Se il Comune di Trapani venisse commissariato vorrebbe dire sterilizzare per più di un anno la vita democratica della città. Lo ha detto il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti intervenendo ieri a Trapani ad una conferenza stampa assieme al sottosegretario alla salute Davide Faraone. Due big del Partito Democratico a sostegno del candidato sindaco Piero Savona che si è ritrovato, dopo la decadenza di Mimmo Fazio, l’unico in corsa per il ballottaggio. Una situazione difficile ma non impossibile per Savona che dovrà affrontare il “nodo”quorum: le elezioni saranno valide se si recheranno alle urne il 50%+1 degli eventi diritto al voto e se l’unico candidato verrà votato da almento 25% degli stessi aventi diritto.
Giachetti si è soffermato proprio su quanto prevede la legge siciliana, sostenendo che sia da cancellare. Poi l’appello alla mobilitazione per impedire il commissariamento della città di Trapani, ovvero l’affidamento dell’amministrazione comunale ad un burocrate chiamato dalla Regione che “non conosce neppure i problemi della città e che quindi non potrà fornire le risposte che la società si attende”.
“Avere un sindaco in città è indispensabile- ha aggiunto Faraone- È una necessità che non ha colore politico, è indispensabile per i trapanesi”
Il candidato Savona ha aperto il dialogo con tutte le forze politiche, ad iniziare dal PSI . Ha inoltre rivolto un appello alle forze economiche, imprenditoriali, commerciali, sindacali, ai movimenti culturali, alle associazioni e ai giovani.
A suo sostegno si sono anche schierati sette sindaci del Pd della provincia di Trapani, ossia Erice, Paceco, Marsala, Salemi, Valderice, Favignana e Pantelleria, che hanno pubblicamente chiesto alla città di recarsi alle urne.
Intanto domani si terrà la mobilitazione “Non fermiamo la città”, una marcia per la democrazia organizzata da un gruppo di cittadini che partirà alle 20 da piazza Garibaldi, al porto.