Martedì scorso, 13 aprile, dei nostri attivisti siciliani ed esperti giuridici, giunti dal nord Italia e appartenenti tutti al neo movimento animalista di denuncia “Stop Animal Crimes Italia”, sono andati a Termini Imerese per verificare alcune segnalazioni e hanno scoperto una struttura abusiva ospitante cani che vivevano tra i propri escrementi, in box abusivi, ed erano presenti anche carcasse di cuccioli morti tra quelli ancora in vita e davanti ai box c’erano resti di cani sepolti. Successivamente sono state avvertite le autorità competenti, (Polizia Locale e ASP), le quali sono prontamente intervenute.
E’ seguita la denuncia del Movimento alla Procura per il reato di maltrattamento, uccisione di animali e smaltimento illecito nei confronti di M.M,. 44 anni, gestore del canile comunale. Segnalatìa oltretutto anche per l’organizzazione di numerose raccolte i cui fondi provenivano da privati donatori.
Querelate anche alcune persone che nel difendere la donna hanno calunniato il Movimento con le accuse più sconcertanti nel tentativo di “difendersi accusando chi denuncia” (U.Eco).
Ritornati sul posto poiché autorizzati dalla proprietaria, che in buona fede aveva messo a disposizione della donna, denunciata, la sua struttura, si è scoperto nella parte sovrastante di tale struttura alcuni box, i quali hanno dato accesso e fatto scoprire decine di cani e gatti feriti, malati, nutriti con pane duro e con carcasse di ratti. Uno dei cani presenti, da controlli, risulta intestato al Comune.
Altra querela nei confronti della donna è scattata per maltrattamento di animali ed è stato chiesto all’Autorità Giudiziaria l’accertamento di eventuali condotte omissive da parte delle Autorità istituzionalmente preposte, assenti fino ad oggi.
Ci sorprende che l’area sottostante non sia stata sequestrata (nonostante l’indubbia presenza di cuccioli senza vita e l’area adibita a discarica illecita di animali morti). Inoltre nessuno scavo (atto irripetibile) è stato eseguito dalle Autorità. Ci lascia altrettanto basiti che la stessa non sia ancora intervenuta o abbia provveduto ad effettuare un sopralluogo nella zona dove presenti cani e gatti, interrompendo dunque i reati posti in essere e posto vincoli all’area abusiva adibita illecitamente a canile.
Un silenzio che non ci rassicura, circa l’osservanza e l’applicazione delle leggi in materia di benessere e tutela animale; così abbiamo scritto al Sindaco di Termini Imerese, alla Polizia Locale e ai Carabinieri Forestali per chiedere intervento urgente. Altro fatto sconvolgente, rimasto impunito, si è verificato nel primo intervento quando, la donna denunciata, in attesa delle FF.OO, si recava presso il luogo dove erano i cani sepolti, modificando l’area liberamente e nel pomeriggio di martedì 13, dopo il sopralluogo degli attivisti, lasciata libera di agire nella struttura sovrastante nell’assenza più totale delle Autorità.
Abbiamo proceduto altresì a notiziare il Ministero della Sanità e la Regione Sicilia.
In attesa e nella speranza di efficaci e repentini interventi dell’Autorità Giudiziaria, la nostra preoccupazione è l’inadempienza della Pubblica Amministrazione in tema di randagismo oltre che della loro assenza in questa vicenda! Quell’ inadempienza celata dove chi sa non parla e chi deve non interviene, dove una fetta dell’ “animalismo” locale, composto da volontari, viene lasciato solo alla ricerca di soluzioni che impediscano la sparizione di animali e che venga garantito il loro benessere.
Molto preoccupante è che la situazione accertata e denunciata fosse nota a molte Associazioni siciliane, gestite da “animalisti” noti, troppo impegnati in continue raccolte fondi e iniziative pubblicitarie. Appartenenti al movimento: Stop Animal Crime sono dovuti arrivare dal nord Italia per sollevare questa vicenda data la scarsa fiducia nelle Autorità Amministrative preposte che, infatti, ad oggi continuano a latitare.
Una realtà questa, che rappresenta il cancro della lotta al randagismo. Siamo certi che, pur esistendo valorosi volontari onesti, per sconfiggere il business del randagismo, i Sindaci devono iniziare ad occuparsi dei randagi, esattamente come dice la legge, impedendo che i cani vengano raccolti dai volontari, ma fare di costoro un aiuto e non la sostituzione agli organi competenti. In caso contrario i volontari vengono assorbiti a tal punto dalle emergenze che rischiano di distogliere l’attenzione dal vero dovere d’amore verso i randagi: lavorare come supporto alle istituzioni e cercare insieme di risolvere alla radice il problema.
Il nostro compito è cambiare la mentalità animalista facendo comprendere, ovviamente a chi non ha interessi in gioco, che le politiche dei tradizionali noti enti animalisti hanno fallito, non producendo alcun miglioramento in tema. Stimolare le coscienze al cambiamento, rendendo ai Comuni e alle ASP il ruolo istituzionalmente naturale cui devono attenersi (controllo delle nascite e contrasto al randagismo mediante seri programmi sul territorio che devono partire dal censimento con mano dura dei controlli/sanzioni) e agli animalisti il ruolo no profit con cui si registrano in Regione che deve essere quello, come detto, di indurre i Sindaci ad applicare la legge e farlo insieme. Invitiamo i volontari ad aderire al Movimento, se hanno reale interesse a risolvere il randagismo e ai donatori (per la maggior parte del nord), a verificare la destinazione del denaro delle loro donazioni e il suo effettivo impiego.