“Apprendiamo che la Biblioteca centrale della Regione siciliana ha chiuso le porte agli utenti che da dicembre, per la pandemia, con regolarità e su prenotazione hanno potuto continuare a consultare i volumi dell’Istituto culturale regionale e studiare in sicurezza all’interno della sala lettura”.
Alla luce della nuova determinazione dell’assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, la Fp Cgil chiede cosa abbia spinto l’amministrazione a limitare i servizi bibliotecari al solo prestito. “Fino ad oggi la sala lettura aveva lavorato senza sosta e non possiamo che apprezzare gli sforzi fatti dalla direzione e delle lavoratrici e lavoratori della Biblioteca per riorganizzare i servizi bibliotecari, nel rispetto degli articoli 42 e 48 del Dpcm 2 marzo 2021 – dichiarano i segretari generali Fp Cgil Palermo Giovanni Cammuca e Fp Cgil Sicila Gaetano Agliozzo – L’assessore ha tenuto nel debito conto l’impegno profuso dai dipendenti e gli investimenti economici sostenuti in strumentazioni protettive, termoscanner a raggi infrarossi per misurare la temperatura, dispenser con il gel igienizzante, schermi in plexiglass per proteggere i dipendenti? Inoltre, nel rilevare l’apprezzamento delle lettrici e dei lettori per i servizi bibliotecari, che comprendono consultazione, prestito, sala lettura, microfilmoteca, fondi antichi, e la gratitudine delle studentesse e degli studenti che hanno trovato nella Biblioteca un rifugio sicuro in questo momento nefasto per l’umanità, la Fp Cgil si chiede quale progetto abbia il governo regionale per il futuro dei beni culturali, per i i giovani studiosi e per la Biblioteca centrale in particolare”.
Il sindacato rileva anche come una parte consistente del patrimonio della Biblioteca non sia fruibile perché ancora, da oltre sei anni, come periodicamente denunciato dalla Funzione Pubblica, giace in depositi inagibili. ”E’ un fatto che la nostra sigla sindacale ha denunciato in diverse occasioni – proseguono Cammuca e Agliozzo – Invitiamo l’assessore regionale e il dirigente generale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana a dare una risposta di tutti gli interrogativi da noi posti. Questa risposta la deve non solo a noi ma soprattutto al pubblico fiducioso che si è visto all’improvviso respinto da un servizio essenziale coperto fino a oggi dalla biblioteca che assiduamente frequentavano, senza capirne il perché”.