Trenta lavoratori dell’ex Ansaldo Breda di Carini entrano a pieno titolo nella sede palermitana della Guadagna dell’azienda Leonardo-Finmeccanica, una delle maggiori imprese italiane che opera nell’ambito della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza. Fanno parte del gruppo dei cinquanta tecnici e manutentori per il quale nel 2015 era stato previsto questo passaggio.
Si occuperanno per cinque anni dei processi di digitalizzazione informatica di tutti gli archivi della Leonardo. Il passaggio è stato definito nel corso di un incontro con l’azienda sollecitato da Fiom, Fim e Uilm, al quale hanno partecipato i vertici della Leonardo e di Lgs (Leonardo global solutions), service provider del gruppo. I lavoratori parteciperanno a un corso di formazione e dal mese di maggio saranno operativi nel nuovo ruolo presso la sede di Palermo della Guadagna.
Dopo il fallimento della cessione di Ansaldo Breda ai giapponesi di Hitachi, l’accordo siglato nel 2015 al ministero dello Sviluppo economico con Finmeccanica, aveva previsto il transito di un centinaio di lavoratori dell’ex fabbrica che produceva carrozze ferroviarie a Rfi e Trenitalia. Per altri cinquanta lavoratori era stato stabilito il passaggio negli altri siti Finmeccanica del palermitano e dal 2015 al 2019 avevano lavorato a una commessa per la Leonardo sempre nel campo dell’informatica, poi conclusasi.
“Da tempo chiedevamo di dare seguito a questo accordo e ieri il processo è stato portato a termine. E’ un risultato estremamente importante che, oltre a dare continuità lavorativa per i prossimi 5 anni a quest’altro gruppo di lavoratori, consente alla sede di Palermo della Leonardo di diventare il nucleo centrale della digitalizzazione per tutti gli uffici del gruppo a livello nazionale”, dichiarano Francesco Foti, per la Fiom Cgil Palermo e Angelo Tornatore, Rsu Fiom per la Leonardo.
Si completa con questo step il passaggio di tutti i 50 lavoratori. Un anno fa erano stati già inseriti negli organici della Leonardo i primi 16 ex dipendenti di Ansaldo Breda, con il compito di addetti al monitoring, il monitoraggio dei sistemi di allarme dell’impresa su tutto il territorio. “Chiederemo che anche al sito palermitano vengano destinate nuove commesse da parte di aziende controllate dello Stato per incrementare i livelli di occupazione e allineare anche il sito di Palermo ai livelli produttivi degli altri stabilimenti italiani – aggiungono Foti e Tornatore – Questo centro rappresenta una realtà di nicchia per il territorio palermitano, anche per il lavoro di ricerca che si svolge al suo suo interno. Un esempio virtuoso di industria civile che con nuove mission produttive e maggiori carichi di lavoro può determinare ricadute occupazionali importanti e la crescita del tessuto economico della nostra città”.