Nessuno gli aveva chiesto di farlo e nessuno sospettava che lui avesse avuto un ruolo negli omicidi di altri tre affiliati di cosa nostra, Giuseppe Lo Zito, Ignazio, Filippazzo e Roberto Papia, eppure, il pentito di mafia Luigi Putrone si è autoaccusato rimediando una pena a venti anni, ben superiore dunque ai dodici a cui era già stato condannato. A infliggergli la pena è stato il gup di Palermo Lorenzo Matassa che ha tenuto conto di tutte le attenuanti concesse ai collaboratori di giustizia. Putrone dovrà anche risarcire i familiari delle vittime che si sono costituiti parte civile nel processo a suo carico. Il cinquantacinquenne di Porto Empedocle era stato catturato dai carabinieri nell’agosto del 2005 in Repubblica Ceca.