C’è ancora incertezza sui criteri che il Ministero delle Politiche Agricole utilizzerà per la ripartizione dei fondi Feasr per il biennio di transizione 2020-2021. Sull’argomento, le Regioni italiane non hanno ancora trovato un accordo: da un lato, il Meridione chiede una distribuzione in linea con i criteri fin qui utilizzati nel Psr 2014-2020 mentre, dall’altro, le Regioni del Nord spingono per un aggiornamento dei parametri.
Con questo obiettivo è stata presentata una proposta di ripartizione delle risorse che prevedrebbe l’applicazione di un sistema diverso Tra i valori proposti, ci sarebbeto la SAU, il numero delle aziende agricole, la superficie forestale, la popolazione delle aree rurali C e D e la Plv che misura il livello di sviluppo per cui si propone una ponderazione del 15%.
Con una modifica di questo tipo, le Regioni del Sud, tra cui anche la Sicilia, vedrebbero diminuire le risorse a propria disposizione anche in maniera consistente a dispetto del fatto che i Fondi Feasr hanno proprio l’obiettivo d’intervenire per colmare il divario fra zone più o meno sviluppate.
Ed è su questo che i rappresentanti delle Regioni del Sud insistono: un’eventuale riforma dei parametri potrebbe portare al Sud meno risorse di quelle attuali.
Una simile scelta inoltre andrebbe anche in direzione contraria a decisioni già prese in passato sui fondi europei della transizione, operate sulla scia dei parametri esistenti.
Le difficoltà economiche accentuate dalla pandemia non fanno che acuire le posizioni dell’uno e dell’altro. Rimane dunque da vedere se il Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, a cui spetta l’ultima parola in merito, riuscirà trovare la quadra fra le diverse esigenze.