Trentatreesimo giorno di presidio per i 133 comuni montani della Sicilia e il comitato promotore della legge che dopo essere stata approvata all’unanimità all’Ars a dicembre 2019 adesso giace in Senato in attesa che diventi legge e intanto qui la popolazione e gli imprenditori arrancano e sono allo stremo delle forze perché non riescono più a sostenere la pressione fiscale. L’istituzione delle Zone Franche Montane defiscalizzerebbe tutte le attività economiche che hanno sede nei comuni montani che da anni vivono un inesorabile spopolamento e parallelamente una diminuzione di servizi con meno scuole e meno ospedali. La battaglia che si sta conducendo allo svincolo di Irosa su di un camper è una battaglia sociale di un’intera comunità che ha messo da parte i campanilismi e cerca di fare sopravvivere una parte di Sicilia affascinante, piane di storia e tradizioni. Oggi al presidio sono presenti il segretario regionale della CGIL Alfio Mannino e il vicesindaco di Alimena Giovanni Di Gangi e l’assossore Vanessa Iannello.
«Il contrasto allo spopolamento delle aree interne passa attraverso l’attuazione di un ventaglio di azioni per il lavoro, le infrastrutture e il welfare che scontano ritardi. L’intervento solo sulla fiscalità, con le zone franche, è una misura necessaria ma da sola insufficiente. – dice Alfio Mannino, segretario regionale della CGIL – Ci vogliono politiche di sviluppo e del lavoro più ad ampio raggio, che riguardino in generale le aree interne, comprese quello montane. I comuni delle aree interne siciliane sono 291 per oltre 2 milioni di residenti, di cui 133 interessati alla norma sulla fiscalità di sviluppo, il 40% della popolazione siciliana. In questo contesto le zone franche montane sono uno degli strumenti utilizzabili assieme alle Snai, alla Banca della terra e alle misure della legge sui piccoli comuni. Ma su questi strumenti si registrano disinteresse della politica e ritardi inammissibili. disattenzione c’è stata nell’individuazione di territori da inserire nelle Zes. Le istituzioni regionali e nazionali – continua Mannino – non tengono conto del fattore tempo, che invece è determinante per contrastare un fenomeno galoppante come lo spopolamento. Basti pensare che tra il 2011 c’è stato un calo della popolazione nelle zone interne del 7,7% e dal 2011 al 2016 del 5,09%, pari a 3.380 unità, come se fosse sparito un intero paese come Petralia Soprana».
«Solo con l’istituzione delle Zfm possiamo sperare di realizzare questo progetto comune delle aree interne di montagna, – dice Giovanni Di Gangi, vice sindaco di Alimena – solo attraverso questo strumento, questa fiscalità di vantaggio e sviluppo possiamo raggiungere l’obiettivo di far nascere nuove attività imprenditoriali e di guardare al futuro con un pizzico di speranza in più. Speriamo che da subito già nei prossimi giorni questa legge approvata all’Ars ormai da parecchio tempo possa riprendere il normale iter parlamentare e che si arrivi finalmente a una conclusione positiva».