L’Istituto Alberghiero “Florio” diretto dalla professoressa Pina Mandina ha scelto “le mura Elimo-Puniche” di Erice nell’ambito del progetto educativo “Le scuole adottano i monumenti della nostra Italia” promosso dal MIUR, dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e dalla Fondazione Napoli Novantanove.
Nell’ambito di tale iniziativa, gli allievi studieranno i reperti mediante un’indagine conoscitiva e ricognitiva sul sito avvalendosi del supporto di un comitato promotore costituito da studiosi ed esperti in rappresentanza di Università, Soprintendenze per i BB.CC.AA, Associazioni specialistiche e di settore, nell’ottica di valorizzare il bene culturale con iniziative pubbliche e di sensibilizzazione sociale. Referente del progetto, finalizzato alla sensibilizzazione delle giovani generazioni al rispetto e alla tutela delle preziose testimonianze storiche del nostro territorio, è il professor Leonardo D’Angelo, che ha coordinato gli studenti nelle attività di pulizia dei sentieri lungo le mura di Erice. Nello specifico due tratti ritenuti più rilevanti per la fruizione turistica e adatti anche in termini di sicurezza per gli alunni; il primo tra l’ingresso da Porta Trapani e la Chiesa Madre, e il secondo antistante le iscrizioni in lingua fenice.
Le attività didattiche, che hanno già preso il via ieri, continueranno ancora nelle giornate di venerdì 21 aprile, venerdì 28 aprile, martedì 2 maggio e venerdì 5 maggio.
Per tale attività l’Istituto scolastico collabora con l’associazione SiciliAntica, che si occupa di Tutela e Valorizzazione dei Beni Culturali e Ambientali.
La cinta muraria in questione, testimonianza archeologica del VIII sec. a.C., è l’unico esempio rimasto in Sicilia risalente al periodo elimo-fenicio-punico.
Le mura erano dotate di torri di avvistamento, di un camminamento cui si accedeva attraverso ripide scalette e di piccole aperture che permettevano il passaggio degli abitanti e dei rifornimenti.
Oggi la cinta muraria si snoda per più di 700 metri intorno alla città medievale, ma in origine cingeva l’intero insediamento urbano rendendolo inespugnabile.