Prende il via oggi nell’ex stabilimento della Tonnara Florio di Favignana, la seconda edizione della “Summer School in Archeometria e Archeologia Subacquea” intitolata a Sebastiano Tusa, sotto la direzione di Eugenio Caponetti e la co-direzione di Valeria Li Vigni.
Undici gli studenti che partecipano alla summer school, selezionati tra laureati in discipline legate all’archeometria o all’archeologia e operatori del settore.
Il termine Archeometria è un termine coniato dagli archeologi che hanno iniziato ad utilizzare metodi scientifici moderni e che utilizzano analisi strumentali da laboratorio per studiare beni di interesse storico – archeologico.
I contenuti della Summer School riguardano soprattutto esperienze di ricerca e risultati raggiunti dagli archeologi, dagli archeometri e soprattutto dalla loro interazione. A questi si sono affiancati altri temi correlati come l’archeo-ecologia, la geo-archeologia, lo studio dell’habitat di insediamento dei beni archeologici subacquei, la ricerca archeologica in altofondale, gli itinerari culturali subacquei, i musei sommersi. La settimana è realizzata in collaborazione con l’Università di Palermo e il “Labor artis C.R. Diagnostica”.
“L’obiettivo per cui il Governo regionale ha sposato l’idea di una Summer School sui temi dell’archeologia subacquea – ha sottolineato l’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà, aprendo i lavori della Summer School – è quello di stimolare e intensificare il dialogo tra gli archeologi del mondo sommerso e chi si occupa di indagare la composizione atomica e molecolare dei reperti, la loro trasformazione, la conservazione. La differenza tra discipline, che un tempo era ben definita, oggi va perdendo i suoi contorni ed è sempre più evidente, anche nel mondo dei Beni Culturali, che ci troviamo sempre più nella necessita di operare attraverso una modalità di lavoro multidisciplinare in cui il confronto e la collaborazione tra le diverse figure professionali, con formazione culturale differente, deve divenire il modo ordinario di collaborazione. La partecipazione variegata al corso, che è fatta di studenti ma anche di rappresentanti delle professioni e delle istituzioni nonché di relatori che con diverse competenze, – ha aggiunto l’assessore Samonà – è un’occasione per sperimentare nuove modalità di interazione e collaborazione tra gli organismi che, a diverso titolo, si occupano di tesori sommersi, nella prospettiva di trovare nuove intese che aiutino nella conoscenza, nella ricerca e nella valorizzazione del nostro patrimonio culturale”.
La Summer School, che si è aperta con la tavola rotonda su “Problematiche e prospettive per una migliore gestione, tutela, conservazione e valorizzazione dei reperti provenienti dal mare”,
si concluderà sabato 12 settembre e prevede la presenza di numerosi relatori che si confronteranno sui diversi aspetti legati al recupero, al mantenimento e alla valorizzazione dei siti con focus tecnici affidati a competenze scientifiche provenienti da tutta Europa.