Per la seconda volta il Tribunale Amministrativo Regionale di Palermo ha accolto le mie ragioni contro la delibera del Consiglio comunale di Favignana del 25 marzo scorso con cui era stata votata la mia decadenza da consigliera. I giudici, accogliendo il mio ricorso, hanno confermato la sospensione degli atti impugnati. I contenuti della sentenza sono chiari. Riporto di seguito testualmente la motivazione resa dal Tar in merito alle ragioni che hanno fondato l’ordine di sospensione della delibera da me impugnata: “La domanda cautelare introdotta dalla ricorrente risulta assistita dal richiesto fumus boni juris atteso che il Consiglio Comunale non dispone di un potere liberamente discrezionale nel valutare le giustificazioni prodotte dell’interessato in merito agli impedimenti dallo stesso addotti in considerazione dell’insegnamento secondo il quale le circostanze che giustificano l’esercizio del potere di decadenza vanno interpretate restrittivamente e con estremo rigore “data la limitazione che la decadenza comporta all’esercizio di un munus publicum e per la possibilità di un uso distorto del potere da parte del Consiglio Comunale, per ragioni di scontro politico (ferma restando, occorre aggiungere, la possibilità del Consiglio comunale di sindacare i casi in cui le ragioni addotte dal consigliere siano ictu oculi prive di qualsiasi spiegazione logica ovvero non siano supportate da alcuna documentazione o dimostrazione dei fatti affermati)” (Cons. Stato, Sez. V, 19/01/2021, n. 573); Ritenuto in particolare che, dalla documentazione versata in atti, risulta che la ricorrente ha sostanzialmente giustificato le sedute prese in considerazione dal Consiglio Comunale; Ravvisata la sussistenza, nel caso in esame, anche dell’allegato periculum in mora, avuto riguardo altresì alla stretta connessione tra la disposta decadenza e la discussione della mozione di sfiducia del Sindaco di Favignana, risultante dalla stessa delibera impugnata”. Sono state accolte, quindi, le mie ragioni e quanto ho avuto modo di denunciare in Consiglio comunale. Oggi posso affermare che quello che ho subito è stata una violenza contro ogni regola e norma istituzionale e contro ogni forma di rispetto delle relazioni personali. Le stesse ragioni che farò valere nell’udienza di merito dell’8 ottobre del 2024