Il giornalista Maimone: “Vannacci comunica discriminazione e odio sociale. Razzismo, derisione e bullismo sono sfacciatamente ostentati”
“No, Generale, non si può usare la parola per ferire ed umilare la dignità umana. Non si può veicolare la pedagogia dell’odio! Legga Fromm, legga il Vangelo!”
“La comunicazione non deve mai distogliere lo sguardo dai valori morali e dai valori spirituali. Il messaggio giunge a tutti e, se veicola disvalori, diviene promotore di involuzione a vasto raggio. Dobbiamo, pertanto, intervenire per recuperare i danni di una comunicazione che rischia di non essere più strumento di miglioramento delle relazioni umane e sociali, ma fattore disgregativo, fonte di divisione e frammentazione, nonché lontananza dai quei capisaldi irrinunciabili per la crescita umana” afferma il giornalista ed esperto di comunicazione, nonché Direttore dell’Ufficio Stampa dell’Associazione Bambino Gesù del Cairo Onlus, il cui Presidente è Monsignor Gaid Yoannis Lahzi, già Segretario personale di Sua Santità Papa Francesco, nonché fondatore del sito Progetto di Vita per il Sud per il riscatto economico e sociale dei territori e del popolo meridionale vessato da razzismo e discriminazione sociale, BiagioMaimone rivolgendosi a RobertoVannacci.
Maimone ritiene, infatti, che le parole del generale, candidato alle elezioni europee per la Lega, siano veicolo di discriminazione ed odio sociale, rivolte alle persone più fragili, quali sono i disabili, per i quali, nelle scuole, propone classi separate, suscitando l’ira da parte della Cei, che afferma in merito: “Parole che riportano ai tempi più bui della storia”.
Molto diseducativi sono per Maimone, inoltre, alcuni messaggi contenuti nel suo libro intitolato “Il mondo al contrario”, nel quale definisce gli omosessuali “non normali” e, nel quale, parlando del colore della pelle racconta: “Nel metrò, fingevo di perdere l’equilibrio per poggiare accidentalmente la mia mano sopra la loro, per capire se la loro pelle fosse al tatto più o meno dura e rugosa della nostra”.
Razzismo, derisione e bullismo sono sfacciatamente ostentati.
La degenerazione comunicativa si evidenzia ben chiara, la subcultura della comunicazione si staglia evidente generando ancor più sconforto proprio in quanto essa viene accolta da un partito politico che fa parte della compagine governativa e presenta alle elezioni europee un candidato che si prende gioco di tanta parte della popolazione non solo italiana, ma anche europea e mondiale.
Ed ecco contrapporsi a tale degenerazione comunicativa, a tale paradosso del messaggio politico che prende a pugni tanta parte dell’umanità, il messaggio del giornalista Biagio Maimone contenuto nel suo libro “La comunicazione creativa per lo sviluppo socio- umanitario” che richiama alla necessità di rendere la comunicazione veicolo di vita, in quanto foriera di messaggi educativi che pongono al centro il rispetto della dignità umana al fine di creare una coscienza sociale, civile ed umana che migliori la relazione umana per creare una società più evoluta .
Maimone rivolgendosi a Vannacci dice: “Generale, occorre insegnare ad amare! Occorre comunicare l’amore! È ben evidente che debba essere l’amore il sentimento che guida la comunicazione per umanizzare la realtà, per farla progredire e non regredire nell’odio fratricida. Ciò al fine di creare un mondo migliore in cui si possa essere accolti in un disegno universale di fratellanza”. Biagio Maimone nel suo saggio ha voluto porre in luce la necessità di creare un modello comunicativo che tenga conto dell’importanza indiscutibile dell’uso appropriato della parola, superando quelle distorsioni che la rendono veicolo di offese, di menzogne, nonché di calunnie, che ledono la dignità umana.
Umanizzare il linguaggio affinché sia veicolo della “Pedagogia della Vita” definisce il significato autentico dell’impegno giornalistico di Maimone, il quale, sempre rivolgendosi a Vannacci e a quanti ne condividono l’odio sociale, afferma: “E’ compito di chi comunica porre al centro la ‘Cultura Umana’ e, in tal modo, rimarcare il valore supremo dell’essere umano, che lo distingue dalle cose materiali. Per tale motivo noi intendiamo insegnare, partendo dai rudimenti della conoscenza, quell’arte che già Fromm rivendicava come valore supremo, che è l’arte di amare. Occorre insegnare, pertanto, ad amare. Occorre comunicare l’Amore e non l’odio che rende conflittuale l’esistenza ed impoverisce la dimensione interiore dell’essere umano e l’universo nel quale egli vive!”