Sua eccellenza monsignor Rino Fisichella, su invito del presidente dell’Ente Nazionale per il microcredito, Mario Baccini, ha tenuto una conferenza per approfondire i temi dell’economia sociale e di mercato presso le scuderie di palazzo Altieri, sede dell’ABI.
Ad aprire i lavori, svoltisi presso la sede ABI, l’indirizzo di saluto del presidente Antonio Patuelli che ha sottolineato che:” dall’Etica deve venire un rafforzamento della legalità e dell’economia stessa che si concretizzi in una lotta al riciclaggio e al terrorismo”.
Il presidente Baccini nel suo intervento di apertura del convegno ha sottolineato il “valore della persone che viene rimessa al centro del sistema economico secondo i principi dell’economia sociale e di mercato. La persona con le sue necessità e le sue peculiarità diventa il centro di un’economia nuova che con la Microfinanza trova la sua realizzazione. La mano pubblica, che esprime le sue ragioni attraverso l’Ente Nazionale per il microcredito – ha sottolineato Baccini- interviene dove il sistema bancario non può intervenire. Abbiamo portato avanti l’etica nel sistema economico per sostenere la legalità e sottrarre dalle fasce di povertà e problematicità sociale soggetti border line e svantaggiati ma con potenzialità. Grazie al sistema bancario abbiamo finanziato migliaia di imprese che sono diventate produttive e una risorsa per chi le ha impiantate e per lo Stato”.
Al centro della discussione la nuova antropologia che domina l’evoluzione dell’uomo nel terzo millennio in una dimensione valoriale.
Hanno ragionato di economia e spiritualità partendo dall’assunto che Economia, Etica e Legalità siano “fondamento del senso di appartenenza della società di riferimento dell’Uomo Sociale”, ha dichiarato Monsignor Fisichella che ha continuato nelle sue considerazioni teologiche ribadendo che “Ogni desiderio di felicità è accompagnato dalla responsabilità. La lucidità e la presenza a sé stessi è la misura della responsabilità nella ricerca della felicità che è etica. La riflessione varia a seconda dell’impresa: il tasso di etica a cui sottoporre la riflessione dipende dalla natura dell’impresa. La riflessione Etica, impresa, mercato e legalità non può prescindere dal contenuto centrale ossia la persona, che non è riconducibile ad un semplice algoritmo o alla soddisfazione del cliente in una visione rigida di processi economici che appartengono al passato. Se non si è riflettuto abbastanza sulla idea multidimensionale dello sviluppo dell’impresa non si può porre in essere una coerente cultura dell’impresa in cui il primato spetta alla persona e ai valori che incarna.
Ciò che serve viceversa in questa prospettiva l’impresa dovrebbe fare emergere al meglio le capacità creative della persona che consentono non solo di accrescere l’organizzazione del lavoro produttivo ma soprattutto di propria umanità in modo sempre più coerente attitudine personale l’esigenza di produzione e la realizzazione di beni destinati al mercato hanno bisogno di essere coniugati con un equilibrio che permette di vedere in essere principi etici e non una sola esigenza di vedere realizzata la propria impresa a danno di altri.
Non si può fingere di non vedere come in molti casi il profitto non produca necessariamente progresso in termini di accumulazione tecnologica e di conoscenza organizzativa.
Il profitto non la rappresenta l’unico indice di sviluppo economico e di conseguenza del buon andamento di un’azienda e del mercato. Esiste un profitto che devasta tutto ciò che incontra e di cui si serve un profitto che impoverisce la terra che rende invivibile le città che contribuisce a disgregare le famiglie che indebolisce la capacità imprenditoriale e di conseguenza mina le fondamenta stesse dello
sviluppo economico. Il giudizio etico si impone non solo come critica nei confronti dell’impresa che mira alla sola produzione ma soprattutto come assunzione di responsabilità dinanzi all’intera società si ritorna in questo modo alle osservazioni con cui mi sono introdotto e da cui di fatto non vi sono mai allontanato l’etica non può essere estranea alla concezione di economia ed impresa perché in questo contesto si toccano direttamente istanze che sono connesse con la realizzazione della persona, la sua dignità e l’espressione della sua libertà. E mi piace ricordare le parole di Benedetto XVI: “Non possiamo dimenticare che l’uomo rimane sempre una persona che vuole essere libera, certo la libertà non è assunta come un’assoluto per imporre il proprio diritto individuale, allora non è progresso ma una minaccia per l’uomo e per la società moderna”.
Parterre d’eccezione in prima fila: il ministro Carlo Nordio, il ministro Orazio Schillaci, il presidente Pierferdinando Casini, il presidente Aspen Giulio Tremonti, il cavalier Giuseppe Marra, presidente Adnkronos, il sottosegretario Sisto, la sottosegretario Albano, mons. Gianrico Ruzza, il presidente Intesa San Paolo ex ABI, GianMaria Gros Pietro.