domenica, Novembre 17, 2024
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Ance: 40 infrastrutture prioritarie al Sud per 82 miliardi

Secondo le analisi di Uniontrasporti sul 
fabbisogno di infrastrutture al Sud, nel Mezzogiorno è attivo il 33% 
delle imprese italiane, eppure quest’area riesce a contribuire molto 
poco al Pil del Paese e qui la crescita è più lenta rispetto alla media 
nazionale (+3,5% contro +3,7%) e l’occupazione arranca (+1,2% a fronte 
di +1,7%). Nella top ten della classifica del contributo delle regioni 
al Pil resistono solo Campania (settima), Sicilia (ottava) e Puglia 
(nona).
Domani, al convegno dei Giovani Sud di Ance, alle ore 14,30 a Palazzo 
Biscari a Catania – che vedrà l’intervento anche dell’assessore 
regionale alle Infrastrutture, Alessandro Aricò – , Antonello Fontanili, 
direttore generale di Uniontrasporti, spiegherà come questo ritardo sia 
in larga parte dovuto al gap infrastrutturale del Sud che, fatto 100 
l’indice medio del Paese, registra un KPI di performance 
infrastrutturale pari a 83, dove solo la Campania è allineata al livello 
nazionale grazie all’alta velocità ferroviaria, a fronte di risultati 
ben superiori per il Nord Ovest (107) e il Nord Est (123,5).
Attraverso oltre 90 tavoli di confronto è stato individuato un 
fabbisogno di 535 opere infrastrutturali necessarie per la ripresa del 
Paese, suddivise in tre livelli di priorità. Fra queste, attraverso 
un’indagine condotta da Uniontrasporti fra 12mila imprese, sono state 
selezionate 100 opere prioritarie più urgenti, cinque per ogni regione, 
per un valore complessivo di 140 miliardi di euro: le 40 opere che 
riguardano il Sud richiedono un investimento di ben 82 miliardi.
Nel lungo elenco spiccano la ferrovia ad alta velocità Salerno-Reggio 
Calabria, il Ponte sullo Stretto di Messina, la Ss106 Jonica, la A2 
Autostrada del Mediterraneo, l’Alta velocità Adriatica, l’alta velocità 
Palermo-Catania-Messina, la ferrovia Napoli-Bari, la Sassari-Olbia e 
Sassari-Nuoro, la Ss131 Carlo Felice, la Nuoro-Olbia-Santa Teresa di 
Gallura, la Roma-L’Aquila, la Sicignano-Potenza, la Fondovalle Fresilia, 
l’antemurale di Ponente di Porto Torres, la Ferrandina-Matera-La 
Martella, la A14, la A24 e A25, la Sibari-Melito Porto Salvo e la 
Lamezia Terme-Catanzaro Lido, la Pescara-Roma.
Da parte sua, Alessandro Panaro, Head of Maritime & Energy del centro 
studi Srm, nella sua analisi evidenzierà la valenza dei traffici dei 
porti italiani e del Sud e come il 52% del traffico nazionale marittimo 
Ro-Ro passi dagli scali meridionali e sia un grande volàno di crescita. 
Per il futuro, occorrerà investire, anche col sostegno della Zes unica, 
in infrastrutture ed efficienza logistica per ampliare gli spazi e 
velocizzare l’imbarco e sbarco delle merci nonché migliorare i sistemi 
di connessione verso l’entroterra.
Angelica Krystle Donati, presidente di Ance Giovani, commenta: “Nel 
Mezzogiorno ci sono tante realtà virtuose e dinamiche che rischiano di 
non potere crescere a causa del forte gap infrastrutturale e competitivo 
di questi territori. Se si vuole evitare la fuga dei cervelli e delle 
imprese, occorre creare le condizioni per superare il divario con gli 
altri competitor. Più infrastrutture vuol dire più servizi, più 
opportunità, migliore qualità della vita e delle relazioni. Serve un 
enorme sforzo collettivo, ma non possiamo più rimandare, soprattutto 
oggi che abbiamo la chance irripetibile del ‘Pnrr’. Abbiamo l’occasione 
di attrarre i giovani talenti, portare le migliori professionalità 
tecniche all’interno della P.a., anche per recuperare quella capacità 
progettuale indispensabile per creare sviluppo”.
Marco Oloferne Curti, coordinatore di Ance Giovani per la Macroarea Sud, 
sostiene che “i territori meridionali devono tornare a essere 
protagonisti del proprio sviluppo, con una programmazione di interventi 
funzionali alle esigenze delle comunità e che si integri con la 
realizzazione in corso delle poche grandi opere al Sud, realizzazione 
nella quale le imprese locali sono state relegate al mero ruolo di 
subappaltatrici. In tal senso è auspicabile un ‘patto generazionale’ che 
serva non solo a mantenere ciò che è stato realizzato in termini di 
infrastrutture da chi ci ha preceduto, ma anche a dare continuità, 
prospettiva e visione di futuro. Tuttavia, non si può prescindere da un 
problema che affligge il settore edile che, pur essendo un pilastro 
fondamentale della nostra economia, al Sud non viene valorizzato, per 
cui i giovani preferiscono orientarsi verso altri settori anche a costo 
di guadagnare meno. Così le nostre imprese hanno un forte fabbisogno di 
capitale umano, e se si vuole davvero risolvere il gap di infrastrutture 
al Sud occorre anche ridare dignità al settore edile e renderlo 
attrattivo per le giovani generazioni”.
Marco Colombrita, presidente del Gruppo Giovani di Ance Sicilia, 
conclude: “I dati di Srm e Uniontrasporti ci dicono che Sicilia e 
Sardegna oggi garantiscono il 40% del traffico marittimo Ro-Ro 
sostenendo un enorme sforzo a causa della carenza di infrastrutture, e 
che potrebbero fare molto di più se disponessero di interporti, terminal 
logistici e terminal cargo adeguati. Sarebbe davvero miope non 
rispondere alla richiesta del settore logistico e degli armatori di fare 
delle due Isole gli hub strategici di un traffico nel Mediterraneo che, 
a prescindere dall’attuale crisi di Suez, è destinato a crescere del 
2,6% nei prossimi cinque anni. Bisogna offrire porti collegati alla 
ferrovia in alternativa a Tanger Med, Valencia, Pireo e Algeciras che 
non lo sono ancora”.

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