Raccontare la cooperazione attraverso le emozioni di chi ha fatto e continua a fare vibrare il nostro cuore. Ci riescono in pochi e uno di questi è stato sicuramente Nicolay Catania, presidente dell’ A.P.A. Onlus, Accademia di Psicologia Applicata, prematuramente scomparso il 9 marzo del 2023, al quale è stata dedicata un’intera giornata di ricordi, testimonianze, azioni e progetti. Un’occasione per ricordare attraverso le parole, i pensieri, le immagini di chi lo ha conosciuto e che, grazie al suo esempio, ha proseguito il suo impegno nel sociale o ha cominciato a dedicarsi alle purtroppo tante fragilità dell’essere umano.
Un’intera giornata di festa, il “Nicolaid, 1° Festival della Cooperazione Sociale”, promosso proprio dall’A.P.A. Onlus, nella persona della sua nuova presidente, Giuliana Calamia alla quale è passato il testimone di una realtà la cui visione è “un mondo in cui ogni essere umano possa vivere nel benessere psicofisico con la missione di fare della salute biologica, psicologica e sociale un bene di tutti”. Cuori e menti uniti da una visione personale e collettiva, passando attraverso i tanti progetti che l’Accademia porta avanti da 20 anni a Palermo e nel mondo, il Madagascar in modo particolare, per assicurare supporto psicologico e strumentale alle persone che si trovano in condizione di disagio o fragilità.
Inevitabile, quindi, la testimonianza da parte di tutte quelle realtà del Terzo Settore, della stessa cooperazione sociale a cui tendeva la mano Nicolay Catania, che hanno raccontato il loro percorso personale e di comunità, unanimi nell’affermare e ribadire che “fare rete vuol dire prendersi per mano e camminare insieme indossando gli occhiali dell’ascolto e dell’attenzione verso gli ultimi. Ultimi che sono senza dubbio coloro che non hanno gli strumenti per difendersi e riscattarsi socialmente e culturalmente, ma sono anche quanti ci camminano ogni giorno al fianco e, per i più diversi motivi, non hanno il coraggio di condividere il proprio malessere”.
Realtà eterogenee, quelle presenti durante un’intensa mattinata all’Ex Noviziato dei Crociferi, ognuna delle quali ha anche raccontato quello che fa quotidianamente nei rispettivi ambiti A moderare il convegno, che ha dato modo di conoscere nel dettaglio la storia di tutte loro, è stata Sibilla Giangreco, psicoterapeuta e sessuologa, direttrice del Comitato scientifico di A.P.A. Onlus, che con la presidente ha partecipato all’ideazione e realizzazione del Festival, dando per prima la parola alla presidente dell’Ordine degli psicologi, Gaetana d’Agostino.
Protagoniste di questa parte della manifestazione sono state associazioni quali: Il Carro Di Tespi, Sant’Erasmo Nautilus Odv, Agci, Arke’, Odv Pensiamo In Positivo – Clown Di Corsia, Compa, Consulta Della Pace, R.A.I.A., People Help The People, Cs Insieme Coop Sociale, Officina Sociale Cope, A.I.R.C. Associazione Italiana Ricerca Sul Cancro, Associazione. “Noi Uomini A Palermo Contro La Violenza Sulle Donne”, Associazione “Crocerossine D’Italia Onlus”, Cesie Ets Gruppo T, Essere Ponti, Associazione Culturale “Un Cori Tuttu U Munnu” – Gruppo Sikelia, Associazione “Ali C’è”, Associazione “Paolo La Rosa Asd”, Associazione “Mediter Italia Ets”, Kiwanis Club Palermo Cibele, ilCOPPEM.
Tra i partner sostenitori: SaVe srl, CNA Commercio (Confederazione Nazionale Artigiani e Imprenditori d’Italia ) e CesvopPalermo.
Un sociale concreto, quello proposto dall’Apa, che parla attraverso tante associazioni che operano in diversi ambiti del sociale, ma anche attraverso i progetti: “Ricordati di te”, rivolto alle donne vittime di violenza o in condizioni di disagio familiare; “Talenti espressi” (in cantiere), per i bambini e le mamme del Madagascar, infine ma non per ultimo il progetto “Mitsiky” sempre in Madagascar.
E non ci poteva essere dono più significativo per tutti i partecipanti di un fazzoletto ricamato dalle donne con le quali l’Apa lavora proprio in questo Paese, i cui colori, suoni e profumi hanno riempito idealmente questa giornata.
«Un fazzoletto ricamato – spiega la nuova presidente di A.P.A. Onlus, Giuliana Calamia, alla quale è passato il testimone dell’impegno di Nicolay Catania – per me preziosissimo perché lo hanno realizzato le mamme del progetto che seguiamo e che ci sta tanto a cuore. La nuova A.P.A. è molto femminile perché ha una forte presenza di donne al suo interno, così quello su cui abbiamo deciso di impegnarci è il supporto di tutte quelle donne che, per tantissimi motivi, vivono condizioni di disagio familiare e sociale. Abbiamo deciso di accompagnarle in un percorso di benessere per riuscire a fare in modo che possano tornare ad avere consapevolezza della loro forza. Un aiuto psicologico che si avvarrà anche della musicoterapia, della danza terapia, della meditazione, di azioni volte a portare benessere alla mente e al corpo delle donne affinché possano ritrovarsi. “Ricordati di te” è il progetto del 2024 di A.P.A. Onlus».
E proprio alle donne è stata dedicata una performance, soprattutto di sera, al Casale San Lorenzo, innanzi a un uditorio presente anche per godersi momenti più leggeri scanditi dall’arte. A esibirsi l’associazione culturale “Il Carro di Tespi”, consentendo ai presenti di vivere un percorso emozionale sulla discriminazione femminile. Una performance che ha emozionato tutti, nessuno escluso. rafforzata dalla lettura di un brano di Sara Favarò, Cavaliere dell’Ordine del Merito della Repubblica Italiana, tratto dalla sua ultima raccolta di poesie “Guerra no, Pace Si”, artista a tutto tondo che attraverso la scrittura, porta messaggi di pace che parlano la delicata lingua delle donne.
Che Nicolay Catania abbia toccato chi nel sociale e con il sociale vive anche la sua personale .. è quasi scontato, ma non lo è se l’interlocutore è l’ente locale, solitamente poco avvezza a dialogare con le fragilità dell’essere umano. Ma Nicolay era un giusto tra i giusti che, come coloro i quali risplendono di una luce speciale, ha saputo toccare anche il cuore delle istituzioni.
«Ho conosciuto Nicolay durante la mia esperienza di assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione – ricorda il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla – e mi ha colpito subito la sua capacità propositiva e il suo entusiasmo nell’impegno civile e nella professione che svolgeva con dedizione e impegno. Lui ha fatto comprendere a molti l’importanza della cooperazione sociale. Ho voluto essere qui con voi perché fare memoria è fondamentale e perché non sia un sterile ricordo, ma testimonianza concreta alla quale ispirarsi. Resto, quindi, a disposizione sintonizzato sulla frequenza della solidarietà e del dialogo sociale che, insieme al rapporto umano, costituisce la vera forza di una proposta politica che vada aldilà di tutto».
Presenti anche l’assessore comunale alle Politiche Sociali Rosi Pennino, e della dirigente generale del Dipartimento della Famiglia e delle Politiche Sociali della Regione Siciliana, Maria Letizia Di Liberti.
Una mattinata segnata dal ricorso attraverso il lavoro quotidiano delle associazioni, del Terzo settore, quell’impegno che si confronta ogni giorno con chi il bisogno spesso non lo esprime per riservatezza, vergogna, paura, orgoglio e che, quindi, ha bisogno di operatori preparati che sappiano cogliere un segnale, uno sguardo sfuggente che necessita anche di un aiuto silenzioso.
Un percorso spesso molto difficile che merita maggiore attenzione. Come quello che intende dare il “Premio Nicolay Catania 2025”, presentato proprio in questa occasione, il cui obiettivo è individuare e riconoscere il merito di associazione che avranno avuto la capacità di unire le loro forze per un’idea, un progetto, un percorso che applichi i principi dell’inclusione sociale.
Inevitabilmente più leggera la serata organizzata dall’A.P.A. al Casale San Lorenzo dove, pur sempre animati dal ricordo, l’arte e lo spettacolo hanno scandito le ore.
Padrone del palcoscenico l’attore Coco Gullottache, con la professionalità che gli appartiene in maniera anche innata, ha gestito gli artisti che hanno dato il loro contributo ora con una canzone, ora con alcuni testi tratti da un diario di Nicolay, letti musicalmente e applauditi con grande entusiasmo.Tutti hanno voluto esserci: i musicisti Simona Di Vincenzo e Marco Modesto, il cantautore Nuccio Castellino, il musicista Riccardo Simoncelli, nuovamente “Il Carro di Tespi”. Anche i clown di corsia dell’associazione ”Pensiamo in Positivo”, mondo al quale apparteneva anche Nicolay Catania, anche lui clown noto come Katikay.
Le emozioni, si sa, hanno un colore e, quando sono legate al sentimento dell’amore, anche i concetti di pace e armonia vengono rappresentati dalle innumerevoli sfumature dell’arcobaleno.
Come ha fatto la terza edizione del “Premio Domina 2023”, nato da un’idea dell’allora presidente e oggi past presidente del club Terrae Sinus Inner Wheel, Tina Thomsen, attraverso l’iniziativa “Together for peace“, che ha vestito dei colori inneggianti alla vita le referenti di sette associazioni cittadine.
«Per essere reale la pace deve vivere nei nostri cuori – dice Tina Thomsen – e quel momento è stato per tutte noi fondamentale per lanciare un messaggio. Era il momento della guerra in Ucraina e anche in Palestina si stava preparando quel che purtroppo è tragicamente accaduto. Ricordare l’evento, al quale ha partecipato anche l’attuale presidente dell’A.P.A. Onlus, è oggi un dovere per dimostrare che, se si vuole, si possono costruire sinergicamente percorsi di luce. Nicolay io l’ho conosciuto in questi giorni ancora di più attraverso la sua mamma, dopo che Giuliana Calamia me ne ha tanto parlato. È, quindi, un onore avere contribuito all’organizzazione di questa giornata. Ho capito che Nicolay era una persona capace di mettersi nei panni degli altri o, come dico io, nelle scarpe di ognuno di noi. Lui riusciva a guardare le scarpe di chi gli stava accanto e a capire cosa albergava nel suo animo. Stare e fare insieme è molto semplice e lui ce lo ha dimostrato».
«Continuo a dire grazie a tutti – conclude Giuliana Calamia – perché, se questa giornata è riuscita, è perché tutti hanno portato il proprio contributo e raccontato Nicolay attraverso le tantissime cose belle che ha costruito. Lui sapeva essere unico e, allo stesso tempo, diverso per ognuno. È stato ed è ancora un punto di riferimento per la crescita di chiunque lo abbia incontrato, ma anche, come è stato ampiamente dimostrato, per chi non ha avuto la fortuna di incrociare con lui la propria strada. Oggi abbiamo respirato tutti all’unisono attraverso quanto ci ha lasciato in eredità».
Una serata che ha sancito la conclusione della prima edizione del “Festival della Cooperazione Sociale” che a breve tornerà a fare parlare di sé per il bando del premio a lui dedicato, ma anche per altri momenti in programma per continuare a procedere sulla strada della cooperazione e della condivisione sociale.