I governi regionale e cittadino non mollano, vogliono realizzare un inceneritore nella zona industriale di Catania, in un’area già altamente compromessa da inquinamento ambientale, rifiuti e degrado. È solo di pochi giorni fa, infatti, la notizia dell’apertura di un’inchiesta per lo sversamento di liquami tossici a Pantano D’Arci, stessa zona in cui insiste il progetto di termovalorizzatore che ha ricevuto parere positivo dalla CTS, la Commissione Tecnico Specialistica per le valutazioni ambientali della Regione Siciliana.
A rendere l’operazione ancora più opaca, c’è l’assenza di un Piano regionale dei rifiuti aggiornato, fondamentale per valutare la coerenza degli interventi con gli obiettivi strategici di gestione dei rifiuti.
A prescindere da come la si possa pensare sull’argomento, riteniamo che il via libera ad un impianto del genere, al momento, non sia in linea con la normativa vigente.
Noi ribadiamo la nostra contrarietà ad un sistema di smaltimento dei rifiuti anacronistico, antieconomico e nocivo.
Ipotizzando che per la realizzazione, nella più rosea delle ipotesi, ci vorranno non meno di 5/7 anni, come gestiremo lo smaltimento dei rifiuti nel frattempo? Quello che vogliono realizzare sarà obsoleto prima ancora di entrare in funzione. Non vorremmo fosse un alibi per giustificare i disservizi nel servizio di raccolta dei rifiuti.
Si pensi, piuttosto, a fare funzionare meglio la raccolta differenziata che ancora oggi, nella nostra città, fatica a raggiungere risultati sufficienti e decorosi e si lavori per aumentare il numero degli impianti di recupero.