Il Consiglio dell’ordine degli Avvocati di Trapani, il Comitato Pari Opportunità presso il Consiglio dell’ordine degli Avvocati di Trapani e l’intero Foro, intendono porre all’attenzione dell’opinione pubblica le particolarmente gravi condizioni cui sono purtroppo sottoposti gli Avvocati in alcune, ma troppo vaste aree del mondo.
Sin dal 2009 viene “celebrata” il 24 Gennaio una giornata di riflessione, denuncia e ricordo che è nota come “la giornata dell’avvocato in pericolo”, con il preciso intento di portare all’attenzione della società civile e delle pubbliche autorità la situazione delle avvocate e degli avvocati in un determinato paese, al fine di far conoscere i rischi che affrontano nell’esercizio della professione.
La data scelta non è casuale in quanto il 24 gennaio 1977 avvenne un vero e proprio massacro in calle Atocha 55, a Madrid.
In quella triste circostanza vennero uccisi cinque avvocati, esperti di diritto del lavoro, nel periodo di transizione tra la dittatura franchista e la democrazia, colpevoli solamente di aver esercitato, in maniera indipendente e autonoma, la loro professione di avvocato e di battersi per la difesa dei loro assistiti nel quadro del rispetto dei diritti fondamentali e del giusto processo, così come previsti nelle convenzioni internazionali.
Dopo Iran, Turchia, Filippine, Paesi baschi, Honduras, Cina, Egitto, Pakistan e Colombia, solo per citare alcuni paesi in cui è stata evidenziata la condizione in cui sono costretti ad esercitare la professione le avvocate e gli avvocati, si è pensato nuovamente alle colleghe e colleghi iraniani, particolarmente esposti alle rappresaglie del regime governativo locale.
Quest’anno il CNF con la Commissione Pari Opportunità e la FAI hanno inteso collegare in un percorso ideale la giornata del 25 novembre “Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne” con quella del 24 gennaio, “Giornata degli Avvocati in pericolo”, nel nome di Nasrin Sotoudeh, l’Avvocata iraniana che rappresenta il volto di tutte le donne che lottano per la tutela dei diritti umani di donne e ragazze.
Il Consiglio Nazionale Forense in occasione della sessione ulteriore del congresso nazionale svoltosi a dicembre scorso, ha voluto attribuire il premio dell’Avvocatura italiana all’avvocata iraniana Nasrin Soutodeh per il suo straordinario e coraggioso impegno nella salvaguardia dei diritti umani, in particolare quelli delle donne che rivendicano la libertà di non indossare il velo. Arrestata nuovamente il 29 ottobre 2023, mentre partecipava ai funerali della giovane Armita Garavand, una ragazza di soli 16 anni, morta dopo 28 giorni di coma, a seguito dell’ aggressione subita nella metropolitana di Teheran per aver violato le leggi sull’obbligo di indossare il velo, Nasrin Soutodeh ha subìto un nuovo ingiusto periodo di prigionia e violenze fisiche e psicologiche, prima di essere scarcerata, dietro pagamento di una cauzione, il 15 novembre 2023 seppure in attesa di essere nuovamente giudicata.
Il pensiero del foro di Trapani, però, è rivolto anche alla condizione delle Colleghe e Colleghi tunisini.
Tunisi dista dalla nostra Città poco più di 80 miglia nautiche ma, a fronte di un così esiguo tratto di mare, è certamente notevole il divario tra le condizioni lavorative degli Avvocati ed assolutamente gravosa la possibilità per la cittadinanza di avere accesso alla Giustizia.
Persino in Tunisia, infatti, il lavoro degli Avvocati è reso spesso difficoltoso dalla mancanza di garanzie difensive e costituzionali; proprio pochi giorni orsono ben sei ex Presidenti dell’Ordine ed oltre 200 avvocati si sono mobilitati per la liberazione dei Colleghi.
L’Avvocato – anche in Italia dove fortunatamente le garanzie e le condizioni di lavoro sono certamente lontane da quelle che sussistono nelle nazioni dove non c’è democrazia ed il diritto non esiste – è il primo baluardo per ogni cittadino che intenda ricevere Giustizia.
Il suo impegno per la tutela dei diritti è totale e senza riserve e l’avvocatura italiana vuole ricordarlo con forza e decisione.
Senza Avvocati non ci sarebbe una compiuta Giustizia!
Saif Uil Malok, avvocato in Pakistan, in un messaggio inviato alcuni anni orsono ai colleghi italiani, disse: “vita, libertà e famiglia vengono dopo i doveri che la professione impone in favore delle parti assistite”.
Questa frase, a nostro avviso, offre la cifra più di altre di quanto sia importante il ruolo dell’avvocato e di come sia assai difficile esercitare questa missione in tante parti del mondo.
Ringraziando per l’ampia diffusione che si vorrà concedere al presente comunicato, si inviano vive cordialità.