domenica, Novembre 24, 2024
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Parità salariale uomo- donna, approvato in commissione Ars ddl M5S. Marano: “Passo avanti verso l’uguaglianza. Serve cambio di paradigma”

“E’ stato appena approvato in Commissione Affari Istituzionali dell’ Ars il mio ddl sull’eliminazione del divario retributivo di genere. Una proposta di legge che porto avanti dalla scorsa legislatura e che adesso verrà messa in discussione in commissione Bilancio per poi arrivare in aula al vaglio del Parlamento siciliano. Ringrazio il presidente della Prima Commissione Ignazio Abbate per aver dato priorità a questo tema ed essersi impegnato per portarlo alla sua approvazione. Ringrazio tutti i deputati dell’Ars che hanno contribuito con i loro emendamenti ad arricchire il testo e i rappresentanti di associazioni, categorie, rappresentanti istituzionali che hanno partecipato alle audizioni avanzando anche loro le loro proposte”. 

Lo afferma la deputata M5S all’Ars Jose Marano.

“Quello di oggi – commenta Marano – è un passo avanti verso la parità tra uomini e donne nella vita lavorativa con il sostegno della Regione Siciliana alle imprese siciliane nella promozione di iniziative volte alla parità retributiva. In Italia e in particolare in Sicilia, ancora oggi le donne, sul lavoro, devono ancora fare i conti con sfide, disparità e minacce: abusi e molestie, stipendi più bassi, minori opportunità di lavoro e di carriera. A livello economico, l’indicatore relativo al divario retributivo globale tra donne e uomini registra un divario di genere pari a circa il 40% nell’Unione Europea. Il divario retributivo è il risultato di una vasta gamma di squilibri di genere presenti sul mercato del lavoro che vedono la donna ancora discriminata. Basti pensare che in Italia l’occupazione femminile è ferma al 49% mentre quella maschile si attesta al 68%, collocando l’Italia in penultima posizione tra i paesi dell’UE, con 10 punti di differenza rispetto alla media europea. Spero che presto arrivi in aula per poter dare un prezioso contributo verso un cambiamento di paradigma”.

“Serve – conclude la deputata – un cambiamento culturale per una concezione di impresa differente che riesca a coniugare gli aspetti lavorativi e quelli familiari, affinché il progresso economico non resti appannaggio di pochi ma venga condiviso con i diversi attori protagonisti della società”.

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