E anche sul diritto allo studio il Governo regionale va in tilt!
La questione del diritto allo studio, con la sacrosanta protesta ed il sit-in davanti alla sede dell’ARS di alcune Associazioni studentesche subito prima di Natale, costituisce infatti l’ennesima perla di un Governo sempre di più inerme ed inadeguato alla soluzione dei problemi dei siciliani.
Gli studenti protestano perché i fondi stanziati dal Governo sono insufficienti per la copertura delle borse di studio per tutti gli studenti aventi diritto. Solo il 47% degli studenti idonei sono risultati assegnatari di borsa di studio.
E’ vero che il numero di studenti richiedenti e aventi diritto è cresciuto, segno di un impoverimento delle famiglie sempre più marcato: solo a Palermo sono 3000 in più rispetto all’anno passato. E’ vero che l’importo delle borse è stato aumentato per tener conto dell’inflazione. Ma non è accettabile che al momento dei conti si scopra che il budget disponibile è assolutamente insufficiente. Ancora più grave, direi paradossale, è che la somma a disposizione degli ERSU sia significativamente inferiore rispetto all’anno passato.
Il risultato, vergognoso, è che è tornata in auge la triste figura dello studente idoneo non assegnatario, cioè in possesso dei requisiti, ma al quale la borsa non può essere assegnata per carenza di fondi. Figura che dopo grandi sforzi era finalmente scomparsa pochissimi anni fa, ponendo fine, si sperava per sempre, a questa triste anomalia siciliana e palermitana rispetto al resto d’Italia.
Così non è stato. La Sicilia ha già il triste primato negativo della più bassa percentuale di laureati in Italia, addirittura in Europa se si escludono poche regioni della Romania e della Bulgaria. Il diritto allo studio è garantito dalla Costituzione ed è fondamentale per garantire la crescita sociale ed economica del territorio. Calpestarlo è gravissimo. Significa negare il futuro ai nostri giovani e alla nostra Terra.