Abbiamo atteso qualche ora per provare a comprendere ciò che è avvenuto a Marsala, in un momento in cui si dovrebbe parlare di violenza sulle donne accogliendo l’invito garbato del padre di Giulia Cecchettin, come proveremo a fare nei prossimi mesi con un’assemblea provinciale del Pd tematica e aperta ai contributi esterni.
Parlare di femminicidi e violenza di genere, ma parlarne bene, questa potrebbe essere la sintesi di ciò che non è avvenuto a Marsala, dove un’iniziativa per il 25 novembre rivolta alle studentesse e agli studenti è stata gestita malissimo, con il disappunto manifestato dalla stessa autrice del libro e che alla fine ha portato alla richiesta di revoca e conseguenti dimissioni della Presidente della Commissione pari opportunità Giuliana Zerilli.
Episodi frequenti che si registrano anche a livello nazionale, non ultima la vicenda di Paola Concia, che dimostra, se ce ne fosse la necessità, quanto è difficile per una certa destra trattare questi temi e farlo in modo costruttivo.
In questa brutta storia si evidenziano tutte le disattenzioni del Comune di Marsala nei confronti delle donne, la necessità di organizzare un evento quasi per obbligo nella Gionata internazionale contro la violenza sulle donne e non certo per costruire percorsi di consapevolezza e la totale indifferenza verso le politiche di genere.
Quello che è successo a Marsala rappresenta un danno soprattutto per il messaggio che non è arrivato alle studentesse e agli studenti, per le polemiche che sono seguite dopo e per il percorso che questo Comune non ha mai intrapreso e che non intende intraprendere nei confronti delle donne.
Una seria riflessione andrebbe intrapresa invece dall’amministrazione, a partire dall’Assessora alle pari opportunità, unica presenza femminile in giunta nella quinta città della Sicilia e per obbligo di legge.
In un momento così delicato e in una provincia in cui sono ci sono stati due femminicidi in pochi mesi, il disastro marsalese è preoccupante e non può lasciarci indifferenti.