I due virtuosi, accompagnati dall’Ensamble Etna Contemporanea, regaleranno al pubblico etneo un saggio della loro maestria in occasione del concerto di giovedì 7 dicembre, ore 21:00 al Teatro Sangiorgi, nell’ambito della 48esima Stagione Concertistica dell’Associazione Musicale Etnea
Lei è stata l’allieva prediletta del leggendario pianista Lev Noumov e oggi è una delle più apprezzate musiciste del panorama internazionale, con concerti nei più famosi teatri del mondo e numerosi premi e riconoscimenti. Lui è stato primo clarinetto dell’Orchestra dell’Opera di Lubiana ed è uno dei maggiori virtuosi dello strumento. Giovedì 7 dicembre, alle ore 21:00, la pianista russa Violetta Egorova e il clarinettista sloveno Darko Brlek si troveranno insieme sul palco del Teatro Sangiorgi a Catania, dove regaleranno al pubblico etneo una indimenticabile serata in musica esplorando alcune delle più belle pagine della tradizione ottocentesca. Dal fascino immortale di una delle “incompiute” di Franz Schubert ad alcuni dei più suggestivi brani dell’ultimo Brahms, passando per un difficile brano di Carl von Weber, il concerto – parte del cartellone della 48esima Stagione Concertistica dell’Associazione Musicale Etnea – vedrà i due musicisti suonare insieme al quartetto d’archi dell’Ensamble Etna Contemporanea, composto da Egle Denaro (violino), Maria Chiara Bonocore (violino), Clelia Lavenia (viola) e Alfredo Anastasio (violoncello).
La scaletta prenderà le mosse dal 4 Klavierstücke op. 119 per pianoforte di J. Brahms. Strutturata in tre intermezzi e una rapsodia, questa raccolta di brani segna il ritorno di Brahms allo strumento che aveva contrassegnato l’inizio della sua attività di scrittura. In essa il compositore infonde il sentimento di tranquilla malinconia di un uomo ormai alla fine della sua vita, anche se non mancano momenti in cui ritorna lo slancio giovanile come nell’impetuosa rapsodia conclusiva.
Struggente e meditativa sarà anche un’altra delle composizioni dell’artista tedesco che saranno proposte durante il concerto. Composta nell’estate del 1984 nella tranquilla cornice della cittadina austriaca di Bad Ischl, la Clarinet Sonata op. 120 n. 2/Sonata n. 2 in mi bemolle maggiore per clarinetto (o viola) e pianoforte, op. 120 n. 2, rappresenta quasi un testamento spirituale dell’artista che da un controllato Allegro amabile di apertura passa ad un energico Allegro appassionato per poi abbandonarsi alla creatività nelle numerose variazioni su tema che contraddistinguono l’ultimo tempo.
In programma durante la serata di giovedì ci sarà anche una delle più impegnative pagine della musica per clarinetto della tradizione cameristica. Si tratta del Klarinettquintett op. 34 di Carl Maria von Weber, composizione che, non a caso, fu scritta per Heinrich Baermann, noto virtuoso dello strumento. Melodicamente interessante e a tratti drammatico, questo Quintetto riesce ad esaltare le doti del clarinetto solista e, al contempo, a rendere tutti e cinque gli strumenti egualmente partecipi di un discorso musicale che lo avvicina più ad un Concerto che ad una tradizionale composizione cameristica.
A concludere la proposta musicale sarà, infine, il Quartetto per archi n. 12 in do minore, D. 703 “Quartettsatz” di Franz Schubert. Costituito da un primo movimento, Allegro assai, e quarantuno battute del secondo, un Andante in la bemolle maggiore, il brano rientra nel novero delle opere incompiute dal grande artista accanto ad opere più note come la celebre Sinfonia in si minore D. 759. Una prova giovanile di assoluto pregio sulla quale il compositore scelse di non ritornare più – secondo la leggenda perché la ritenne già perfetta – e che rappresenta quasi un anello di congiunzione con la sua produzione matura.