“Codice della Crisi”: la rivoluzione normativa non interessa solo le imprese, ma investe anche il ruolo delle figure professionali che ruotano intorno alla riforma. Temi di interesse sono l’antiriciclaggio e la metamorfosi della figura del notaio nel corso degli anni e le relative nuove attribuzioni. Argomenti che, al Monastero dei Benedettini, hanno animato il confronto promosso dal Consiglio Notarile dei distretti riuniti di Catania e Caltagirone, «ponendo l’attenzione sull’evoluzione della figura professionale alla luce delle ultime introduzioni legislative. Dalle fasi e procedure da seguire nei casi di crisi d’impresa alla volontaria giurisdizione, fino al ruolo imprescindibile nella lotta al riciclaggio – esordisce il presidente del Consiglio Notarile etneo Vincenzo Vacirca– Il fatto che lo Stato si affidi ai Notai dimostra la grande fiducia che ripone nella nostra categoria, sempre più centrale nel sistema».
Un ingranaggio in cui il notaio diventa presidio di legalità, sottolinea il prefetto Maria Carmela Librizzi: «Un ruolo di sentinella sul territorio, che contribuisce a mantenere sana la nostra economia. Una condizione di salute che dev’essere tutelato dallo Stato: il Codice della Crisi è strutturato per garantire la continuità aziendale, nella consapevolezza che la perdita di un’impresa non si traduce solo in valori economici, ma anche sociali». A confermare quanto sottolineato dal prefetto sono i numeri: «Il 95% delle segnalazioni di operazioni sospette, che provengono dai professionisti, sono dei notai – spiega il presidente del Consiglio Nazionale di categoria Giulio Biino – Questo dimostra il ruolo attivo sul territorio e il supporto alle istituzioni nella lotta alla criminalità organizzata e non solo. Siamo “professionisti di prossimità”, vicini alle istituzioni, alle imprese e ai cittadini».
«Questo periodo difficile di transizione normativa ed economica deve portarci a fare uno sforzo in prospettiva e a dare maggiori opportunità anche ai giovani. Aspetto di cui dovrebbe interessarsi anche la politica», aggiunge Vincenzo Pappa Monteforte, presidente della Cassa Nazionale del Notariato, ente di previdenza premiato di recente a Vienna con l’European Pension Fund Award 2023 per la sua virtuosa politica di gestione.
Nel processo evolutivo, lo scenario è cambiato: «La carenza di mezzi a disposizione della giustizia – commenta il presidente della Corte di Appello di Catania Filippo Pennisi – ha portato il notaio a essere una figura alternativa al giudice tutelare, così come riconosciuto dalla legge Cartabia, introdotta circa un anno fa». Un supporto alla magistratura confermato anche dal presidente del Tribunale di Catania Francesco Saverio Maria Mannino: «Catania è una delle poche sedi in cui esiste una poderosa sinergia tra Enti, Ordini professionali e istituzioni, che consente di affrontare le tematiche sotto diverse sfaccettature. Solo l’esperienza, infatti, permette di capire se una legge funzioni o no, soprattutto in assenza di un adeguato studio preliminare, che consenta di testare gli effetti della legge stessa. Insieme possiamo analizzarne i limiti e individuare gli strumenti per una migliore attuazione».
Il ruolo di “prestigio” per le funzioni attribuite e per le attività di rilievo autonomo, che «rendono il notaio indispensabile nel nostro ordinamento», è stato rimarcato dal procuratore della Repubblica f.f. del Tribunale di Catania Agata Santonocito. A osservare da vicino le evoluzioni professionali e normative è il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Catania, «il cui rapporto costante con il Notariato consente di non limitarsi a fornire una formazione di base, ma di affrontare le sfide del presente e del futuro, caratterizzate da un cambiamento repentino», commenta il direttore Salvatore Zappalà.
Nel corso della prima tavola rotonda – moderata dal professore di Diritto Commerciale UniCT Concetto Costa – sono stati analizzati aspetti legislativi e applicativi legati al diritto societario e al Codice della Crisi. Gli approfondimenti sono stati curati da Mariano Sciacca(presidente della IV Sezione del Tribunale civile di Catania), Fabio Santangeli (prof. di Diritto Processuale Civile UniCT), Giuseppe Trimarchi (notaio e associato di Diritto d’Impresa dell’Università telematica Pegaso) e Pierpaolo Sanfilippo (professore di Diritto Commerciale UniCT). Nella sessione pomeridiana – presieduta da Aurelio Mirone (professore di Diritto Commerciale UniCT) – spazio alle argomentazioni di Paolo Divizia (notaio), Francesco Paolo Petrera (notaio, componente Commissione Studi d’Impresa del CNN) e Fabio Regolo (sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Catania).
A seguire, gli altri due tavoli di confronto. Il primo sulla volontaria giurisdizione, curato da Massimo Escher (presidente della Prima Sezione del Tribunale civile di Catania), Marisa Scavo (procuratore aggiunto del Tribunale di Catania) e Diego Barone (consigliere nazionale del Notariato). Il secondo, quello sull’antiriciclaggio, con la partecipazione di Diego Serra (tenente colonnello della Guardia di Finanza, comandante Nucleo polizia Economico-Finanziaria di Catania), Mario Marino (notaio co-coordinatore Commissione antiriciclaggio CNN) e Giuseppe Balestrazzi (notaio componente Commissione antiriciclaggio CNN).