Si terrà venerdì 24 novembre alle 18,30, nello Spazio Contemporaneo Agorà di Palermo, “Equilibri”, la mostra personale dell’artista cipriota Vassilis Vassiliades.
Un nuovo appuntamento dall’aura internazionale per la galleria di via XII Gennaio, realizzato in collaborazione con la professoressa Stefania Pennacchio, scultrice e presidente dell’associazione culturale Leucò Art Gallery di Siracusa la quale, da molti anni, si adopera per concretizzare un canale artistico internazionale con un focus tra Cipro e Italia. Basti pensare, per citarne una, a “Limitrofi – Solo lo spazio ricorda”, mostra di scultura e pittura che si è tenuta lo scorso anno a Siracusa con una serie di eventi a corollario della mostra come l’interessantissimo convegno internazionale dal titolo “Kairos: Solo lo spazio ricorda – Confronto tra Greci d’Oriente e Greci d’Occidente” che, per l’occasione, aveva fatto convergere nella città aretusea alcuni dei più importanti artisti e studiosi italiani, ciprioti e ateniesi.
Nel corso dell’inaugurazione della mostra a Palermo sarà Nicolò Navarra a presentare al pubblico i lavori di Vassilis Vassiliades, uno degli artisti più rappresentativi del panorama dell’arte contemporanea della sua nazione.
Stefania Giacchino, curatrice della mostra, afferma: «Come da tradizione la galleria Agorà, dal 1989, dà spazio ad artisti provenienti da tutto il mondo e che vogliono esprimere il loro modo di sentire anche al di là delle frontiere del proprio Paese attraverso il linguaggio universale dell’arte, da sempre manifestazione dell’animo umano. Vassilis Vassiliades – conclude – sente l’esigenza impellente di rielaborare qualcosa che è dentro di sé e lo propone al pubblico che lo tradurrà a modo suo, permeandolo della propria sensibilità e cultura».
In occasione di questa personale in Sicilia, l’artista cipriota ha selezionato una serie di opere che riflettono il modo in cui egli percepisce il mondo intorno a sé, il suo modo di pensare come individuo e il suo modo di vivere.
Come afferma Vassilis Vassiliades «dopotutto, ogni forma d’arte non può che essere autobiografica. Ci sono equilibri visivi, equilibri fisici, equilibri concettuali. Queste situazioni, come ogni equilibrio, combinano al loro nucleo due azioni apparentemente opposte: il movimento e l’immobilità. A prima vista, l’equilibrio sembra coincidere con l’assenza di movimento, portandoci associativamente all’assenza di tempo. Come una pausa nella realtà che viviamo, un congelamento del mondo come un presente prolungato. Una silenziosa immobilità che gradualmente inizia a emanare un profumo di eternità».