“Chiudiamo un capitolo e ne apriamo uno nuovo, e speriamo che sarà positivo”. Manuela Pitino ha 19 anni ed è una delle tre giovani donne che, per prime, andranno a vivere a Barrio 21, in via Francesco Guglielmino 8, nel quartiere di Barriera a Catania. Il nastro dei due appartamenti destinati ai care leaver è stato tagliato questa mattina, rendendo operativo il progetto del Consorzio di cooperative sociali Il Nodo di Catania e fondazione iIllimity.
Un grande immobile, di proprietà della fondazione illimity di Milano, è stato dato in gestione al Consorzio Il Nodo. Diviso in due appartamenti, adesso è diventato il punto di ripartenza per le vite di otto giovani donne e giovani uomini neomaggiorenni. Sono ragazzi e ragazze che, per via di provvedimenti dell’Autorità giudiziaria, hanno dovuto lasciare il nucleo familiare di origine e sono cresciuti in case alloggio. Oppure sono migranti, arrivati in Italia da giovanissimi e senza genitori, che dopo il compimento dei 21 anni devono lasciare le comunità in cui hanno vissuto ed entrare nel sistema di integrazione destinato agli adulti.
A Barrio 21 potranno essere indipendenti, abitando insieme e affrontando nel prossimo anno l’effettivo inserimento nella società. Lo faranno aiutati da una équipe del Consorzio Il Nodo, vivranno in co-housing e saranno accompagnati verso la scelta di un percorso professionale o di studi che risponda al meglio ai loro sogni e alle loro aspettative.
“È l’inizio di un percorso che deve diventare, secondo noi, un modello auspicabilmente replicabile. Un modo nuovo di dialogare tra pubblico e privato a supporto della collettività, con l’idea che la dignità delle persone deve restare un valore fondamentale”, ha dettoGiovanni Lombardi, direttore generale della fondazione illimity.
“Ci piace immaginare questa casa come una tela bianca – è intervenuta Irene Tribulato, responsabile della progettazione per il Consorzio Il Nodo – Un modo per i ragazzi e le ragazze di cominciare a immaginare il proprio futuro in maniera concreta. Abbiamo fatto la scelta di lasciare bianche le pareti con questo obiettivo: affinché siano le persone che vivranno in queste case a raccontare le loro storie e i loro sogni”.
“Il privato sociale dà una mano importantissima al Comune di Catania e ai Servizi sociali”, ha affermato l’assessore al ramo del Comune di Catania, Bruno Brucchieri, presente al taglio del nastro in rappresentanza dell’amministrazione comunale etnea. “Ben vengano progetti come questi – ha concluso Brucchieri – che ci permettono di vedere diventare adulti e adulte persone che, dopo i 18 anni, completano il loro percorso verso l’autonomia”.