“La questione delle Casette Rosa è più complicata di come viene raccontata da certa stampa, che con la presente viene inviata ad assicurare diritto di replica. Da sempre noi mettiamo al primo posto la salute delle persone, ed è naturale che ci preoccupiamo per la loro sicurezza. La struttura ha bisogno di lavori e le persone non possono stare lì. Gli ospiti saranno trasferiti presso altre strutture, individuate dai Servizi Sociali tenendo conto per ciascuno di loro dei progetti personalizzati in atto, e non c’è nessuna forma di abbandono così come non c’è mai stata per nessun utente in carico al servizio. È opportuno sottolineare che ad oggi ci viene assicurato che gli ospiti non hanno manifestato nessuna forma di destabilizzazione, se non un iniziale e fisiologico disorientamento in vista del cambiamento dell’ambiente di vita.
Con queste parole, il primo cittadino di Trapani Giacomo Tranchida e l’assessore ai Servizi Sociali Giuseppe Virzì spiegano la reale situazione delle Casette Rosa, ben lontana da quella maldestramente raccontata.
Il Comune di Trapani ha contesto al precedente ente gestore ovvero la Cooperativa Azione Sociale i danni stimati in quasi 82 mila euro (Iva esclusa) causati all’immobile per la mancata manutenzione ordinaria nell’arco del periodo di loro gestione, rientrante oltretutto tra gli obblighi contrattuali, seguita da formale denuncia alle preposte autorità. La cifra è stata infatti decurtata lo scorso due maggio dagli importi delle fatture presentati dalla stessa Cooperativa corrispondente all’espletamento del servizio per i mesi compresi tra settembre 2022 e gennaio 2023. L’Amministrazione Comunale ha inoltre intimato il pagamento della restante quota (poco più di 14 mila euro). La contestazione partì verso la Cooperativa Azione Sociale per il mancato pagamento dei dipendenti, in arretrato da mesi. In virtù di tutto ciò, l’appalto fu revocato e affidato al Consorzio Solidalia, seconda in graduatoria nell’ambito della stessa procedura di gara, in applicazione del codice dei contratti, fino alla naturale scadenza prevista per il 30.09.2023.
“Siamo stati costretti allo stop a causa di una gestione precedente – non raccontata dalla stampa e dai co-protagonisti intervistati – che in poco tempo ha portato in rovina il servizio, non pagando gli operatori e danneggiando gravemente la struttura, non limitatamente ad una stanza. Stiamo lavorando per rimettere in funzione il servizio. Inoltre, abbiamo stabilito un tavolo tecnico in collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale per affrontare la situazione anche in prospettiva futura. L’obiettivo è pensare a nuove progettualità per gli ospiti che stanno attuando un percorso riabilitativo volto all’autonomia, con buone possibilità di avviarli ai gruppi appartamento, all’autonomia abitativa con supporto socio-assistenziale a carattere domiciliare. Stiamo lavorando insieme ai Servizi Sociali, in sinergia con il Dipartimento, per trovare soluzioni adeguate per tutte le diverse problematiche che possono emergere. Spiace però – concludono – che qualcuno, in maniera maldestra ed a sola tutela dei propri interessi lavorativi si faccia strumentalmente scudo degli ospiti della struttura che, ribadiamo, non presentano disturbi di alcun tipo come rassegnatoci dall’assistente sociale coordinatrice” concludono.