Rendere omaggio alla figura e agli insegnamenti del primo presidente della Regione Siciliana. Con questo obiettivo il governo Schifani ha istituito il “Premio Giuseppe Alessi”, destinato a personalità dell’Isola che si sono particolarmente distinte per il loro impegno etico, sociale, culturale e artistico in favore della comunità. Il riconoscimento, di prerogativa del presidente della Regione, verrà conferito annualmente nel corso di una cerimonia ufficiale. Tecnicamente si stratta di una “benemerenza eccezionale” che non ha valenza giuridica, ma un alto valore civico.
«Ho voluto istituire questo premio – dice il governatore Renato Schifani – per tenere viva la memoria del primo presidente della Regione, ma soprattutto, di un gigante della politica siciliana. L’avvocato Alessi, convinto assertore dell’Autonomia e tra i padri nobili del nostro Statuto, è un esempio di passione politica e civile al servizio della Sicilia. Un vero e proprio statista che non ha esitato a fronteggiare anche lo Stato centrale e i partiti nazionali quando ha ritenuto lesi i diritti dei siciliani. Da fine giurista – aggiunge Schifani – conosceva perfettamente le nostre prerogative e, sempre nel rispetto delle istituzioni, non tollerava interferenze volte a sminuirle. La coerenza, l’amore per la Sicilia e la realizzazione del bene comune sono i tratti distintivi della sua azione politica e per questo incarna la Sicilia degli ideali più nobili. Con il premio a lui dedicato, oltre a rendergli omaggio, mi auguro di contribuire a tenere vivi i suoi insegnamenti affinché possano essere presi ad esempio anche dalle generazioni future».
Nato nel 1905 a San Cataldo, in provincia di Caltanissetta, Alessi è stato eletto per la prima volta capo del governo regionale il 30 maggio del 1947, e poi ancora nel 1955. È considerato uno dei fondatori dell’Autonomia siciliana: determinante è stato, infatti, il suo contributo ai lavori della “Commissione preparatoria dello Statuto” che, dal 22 settembre al 7 dicembre 1945, in seno alla Consulta regionale, ha elaborato la carta autonomistica siciliana, in seguito inserita nella Costituzione italiana. Fino alla sua scomparsa, nel 2009, è stato tra i più strenui difensori delle prerogative statutarie da lui considerate come la via per garantire lo sviluppo e il benessere del popolo siciliano. Nella sua lunga vita, è stato anche presidente dell’Ars, deputato e senatore.