Questa mattina, presso la Sala Bataclàn della residenza Universitaria San Saverio, è avvenuta la sottoscrizione del protocollo d’Intesa per il contrasto ai fenomeni di violenza di genere e per le pari opportunità delle lavoratrici e dei lavoratori in servizio presso gli ERSU di Palermo, Messina ed Enna.
Alla presenza di Francesco Scoma, vice-presidente del CUG della Regione Siciliana, il documento contro la violenza di genere è stato sottoscritto da: Dolores Dessì, presidente del CUG degli ERSU di Enna, di Messina e di Palermo; Michele D’Amico, presidente ERSU Palermo; Giovanna Cuttitta, presidente ERSU Messina; Francesco Corsaro, presidente ERSU Enna; Ernesto Bruno, direttore ERSU Palermo; Santi Trovato, direttore ERSU Messina; Filippo Fiammetta, direttore ERSU Enna.
I tre ERSU si sono dotati dello strumento operativo per adottare azioni condivise per recepire e fare emergere le segnalazioni di violenza di genere, garantire pari opportunità fra uomo e donna, prevenire fenomeni di mobbing e di qualsiasi forma di discriminazione e/o di violenza psichica per le lavoratrici e i lavoratori e garantire la sicurezza sul posto di lavoro.
Gli ERSU di Palermo, Messina ed Enna concretizzeranno questo impegno, attraverso: produzione di materiale informativo da divulgare al personale; iniziative formative per i dipendenti sul riconoscimento delle discriminazioni e le varie forme di violenza di genere; creazione di casella di posta elettronica dedicata al ricevimento di segnalazioni; nomina della/del Consigliera/e fiducia; monitoraggio sulle situazioni di violenza/molestie; numero telefonico dedicato.
Il CUG si impegna anche a fornire immediate informazioni alle vittime che dovessero rivolgersi al Comitato, dando indicazioni sui centri antiviolenza di prossimità, per favorire l’incontro tra la vittima e i soggetti che possono tutelarla.
Attualmente aderiscono alla Rete dei Comitati unici di garanzia più di trecento pubbliche amministrazioni. I CUG sono organismi previsti dalla legge 183, del 2010, che dispone che le Amministrazioni pubbliche garantiscano “parità e pari opportunità tra uomini e donne e l’assenza di ogni forma di discriminazione, diretta e indiretta relativa al genere, all’età, all’orientamento sessuale, alla razza, all’origine etnica, alla disabilità, alla religione o alla lingua, nell’accesso al lavoro, nel trattamento e nelle condizioni di lavoro, nella formazione professionale, nelle promozioni e nella sicurezza sul lavoro”, nonché un ambiente di lavoro improntato al benessere organizzativo e l’impegno a rilevare, contrastare ed eliminare ogni forma di violenza (anche morale o psicologica) al proprio interno.