“Il Nuovo Sindacato Carabinieri ha individuato diversi temi su cui auspica un confronto con l’Amministrazione e il Governo: le nostre proposte vanno tutte nella direzione del rafforzamento del dialogo, nell’ottica di uno spirito di coesione e di una connessione sempre più forti”: lo affermano, in una nota, Toni Megna e Igor Tullio, rispettivamente segretario generale e regionale della sigla in Sicilia.
“Molte sono le richieste già avanzate – sottolineano – che toccano istanze complesse: dalle misure di tutela della salute e dagli infortuni contratti in servizio fino al drammatico fenomeno dei suicidi in divisa, passando per l’uso del taser anche nelle Stazioni che svolgono i medesimi servizi dei Nuclei Radiomobile”.
Il Nuovo Sindacato Carabinieri Sicilia si rivolge direttamente alla Premier Giorgia Meloni, dopo avere selezionato alcune tra le criticità che necessitano prioritariamente di soluzioni: in cima, il tema della sicurezza.
Proprio su questo punto, i dirigenti sindacali si erano espressi nelle scorse settimane chiedendo l’uso di body cam per le Pattuglie.
“Numerose ricerche condotte in Europa – affermano – testimoniano gli effetti positivi dell’impiego di body cam da parte degli operatori di Polizia, anche a vantaggio dei cittadini: l’utilizzo dello strumento induce entrambi a mantenere un comportamento corretto, equilibrato e il più possibile rispettoso delle norme”.
“Anche in Italia – spiegano Toni Megna e Igor Tullio – si registrano esempi positivi legati all’uso del sistema, agganciato alle divise: per esempio tra gli agenti della Polizia Municipale a Padova dove il bilancio è nettamente positivo, sia in fatti di rilevanza penale che in funzione di deterrenza”.
Ma, secondo il Nuovo Sindacato Carabinieri Sicilia, tuttavia non basta: la sigla, infatti, chiede anche l’estensione del taser già ampiamente sperimentato.
Si tratta, secondo gli esponenti sindacali, di dispositivi che salvano vite umane e prevengono infortuni.
“La tecnologia taser – affermano– come si evince da numerosi studi, figura tra le opzioni più sicure ed efficaci tra quelle disponibili in termini di risposta alla resistenza”.
Tra le proposte del sindacato, anche l’uso di dash cam, un’apparecchiatura intuitiva che, grazie al software automatizzato, consente la marcatura degli eventi, il trasferimento dei dati, la segnalazione e prove di alta qualità.
Il capitolo più consistente del confronto, dunque, riguarda il tema della sicurezza.
“Manifestiamo il nostro pensiero – precisano i segretari – in base all’articolo 14 della legge 46 del 2022 e all’articolo 21 della Costituzione, recentemente richiamato dal Ministro della Difesa Guido Crosetto”.
Le richieste avanzate, anche secondo le prerogative sindacali che si rifanno appunto all’articolo 3 del decreto legislativo 81 del 9 aprile 2008, sono relative alle misure di tutela della salute e della sicurezza del personale militare nei luoghi di lavoro, alle provvidenze per gli infortuni subiti e per le infermità contratte in servizio.
Il sindacato chiede un’estensione delle garanzie sugli infortuni in ambito lavorativo e sui procedimenti subiti in servizio.
“Ma anche il via libera all’uso della maglietta modello polo – proseguono – a tutti i servizi operativi nella stagione estiva, dai Reggimenti alle Pattuglie , da adottare come accade nella Polizia di Stato, e in questo caso ci rivolgiamo alla nostra Amministrazione” .
Un altro punto considerato importante in termini di sicurezza è la riduzione dell’utilizzo degli elementi tradizionali dell’uniforme del Carabiniere, da mettere in luce nei servizi di rappresentanza o nelle cerimonie.
“Rimarremo per sempre legati a questi simboli che identificano la figura del Carabiniere o del Sottufficiale – precisano i segretari – tuttavia alcune dotazioni non risultano idonee sotto il profilo della sicurezza e dell’antinfortunistica, alla stregua dell’abbigliamento utilizzato oggi nei servizi esterni, che deve essere rivisto in termini di praticità, comodità e sicurezza per l’operatore: in tal senso, non si può che riconoscere i passi avanti compiuti dall’Arma”.
“Non si tratta certamente di interferire con lo svolgimento dei compiti operativi o con la direzione dei servizi – puntualizzano – semmai di tutelare la sicurezza dei militari, come ampiamente previsto dalla 46 del 2022 e dallo stesso decreto 81 del 2008, che indica al datore di lavoro di dotare il dipendente degli strumenti adeguati al fine di limitare i rischi della vita e della salute”.
Senza dimenticare la necessità di concedere i buoni pasto per sopperire all’inadeguatezza delle mense militari che, secondo il sindacato, necessiterebbero di interventi poichè non riescono più a offrire un servizio di qualità.
A preoccupare fortemente il Nuovo Sindacato Carabinieri, in Sicilia come altrove, sono anche le sofferenze degli organici e, soprattutto, i suicidi sempre più frequenti.
Nello specifico, per contrastare il fenomeno, la sigla ha proposto l’avvio di incontri periodici a livello periferico per creare delle reti e favorire l’interazione di psicologi esterni, figure terze più avvicinabili.
Secondo il Nuovo Sindacato Carabinieri, la fase storico- politico attuale rappresenta il momento più opportuno per avviare un dibattito sano e costruttivo.
“Da un lato, in qualità di Capo del Governo, abbiamo una donna – affermano – che ha riconosciuto l’importanza del confronto anche con le realtà storicamente più lontane dal suo punto di vista: basti pensare che proprio Giorgia Meloni ha dato al Paese un segnale forte recandosi al congresso del maggiore sindacato italiano, la CGIL, e che l’attuale esecutivo esprime costantemente posizioni di vicinanza alle Forze dell’Ordine”.
“Dall’altro, non meno importante – aggiungono – vantiamo la presenza di un Comandante Generale ed un Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Teo Luzi e Riccardo Galletta, che dimostrano una vicinanza straordinaria verso il personale e che hanno provato con i fatti un’apertura verso le nuove realtà sindacali nell’Arma dei Carabinieri”.
“Di certo – avvertono – non permetteremo che vengano ritardati o addirittura impediti i diritti sindacali degli uomini in divisa da parte di chi vuole arroccarsi su posizioni che vanno in direzione contraria dopo un’incontrovertibile sentenza della Corte Costituzionale e una Legge dello Stato”.
“Occorre ripensare le associazioni professionali a carattere sindacale delle Forze Armate – spiegano i due segretari – e il loro ruolo: non necessariamente controparte, bensì interlocutori propositivi in grado di esprimere alternative concrete rispetto alle urgenze in atto”.
Nello specifico, nel caso dei sindacati dei Carabinieri, Toni Megna e Igor Tullio sottolineano come essi rappresentino la voce della base dell’Arma, rispondendo all’esigenza, sempre più avvertita, di soluzioni condivise e di uno spirito di unità, all’insegna della contrapposizione sana.
“Oggi, il ruolo dei sindacati –spiegano i dirigenti regionali e provinciali della sigla in Sicilia – è cooperare con le istituzioni e con l’Amministrazione che hanno il compito di dare risposte alle istanze dei Carabinieri a servizio della collettività”.
“L’Arma –concludono – ha accompagnato la storia italiana sostenendo gli ideali di indipendenza e unità: il compito primario delle associazioni sindacali è preservare e favorire l’immagine di un Corpo che rappresenta un baluardo di tenuta democratica e diritti fondamentali per i cittadini”.