Un‘interrogazione con risposta urgente scritta al presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, all’assessore regionale alle Autonomie locali e alla Funzione pubblica Andrea Messina e all’assessore regionale all’Economia Marco Falcone per chiedere spiegazioni in merito alla totale assenza, in alcuni Comuni siciliani, di sportelli bancari.
A presentarla è Giuseppe Zitelli, deputato di Fratelli d’Italia all’Assemblea Regionale Siciliana, che sollecita chiarimenti e l’individuazione di possibili soluzioni al fenomeno della desertificazione bancaria, di proporzioni sempre più rilevanti nell’isola.
In Sicilia, precisamente, un terzo dei Comuni è totalmente privo di sportelli bancari mentre un altro 25% ne ha soltanto uno all’interno del proprio territorio.
Ciò significa che ben 352 mila cittadini e 18 mila imprese risiedono e operano in piccoli centri dove è in atto, appunto, il fenomeno della desertificazione bancaria, come sottolineato da un recente report della First Cisl, il sindacato dei lavoratori degli istituti di credito, della finanza e delle assicurazioni.
Dall’analisi, realizzata sulla base degli studi pubblicati da Banca d’Italia, Istat ed Eurostat, emerge una situazione di forti disagi per i residenti e le attività economiche e commerciali.
Nella provincia di Catania, emblematico è il caso del Comune di Aci Sant’Antonio che, malgrado conti una popolazione di 20 mila abitanti, non ha sportelli.
Mentre ne hanno soltanto uno Aci Catena e Tremestieri Etneo, rispettivamente 30 e 20 mila abitanti.
“Occorre intervenire per assicurare una presenza meglio distribuita nei territori – spiega il parlamentare regionale – anche e soprattutto a beneficio degli anziani che hanno scarsa o nulla familiarità con internet e con l’home banking”.
“La desertificazione bancaria – prosegue – non è un fenomeno da sottovalutare e ha conseguenze importanti, sia per la tenuta sociale che per l’economia”.
“Non tutti i cittadini – osserva – hanno la possibilità di spostarsi verso altri Comuni per accedere a una filiale: eppure, si tratta di un servizio essenziale”.
“Il ricorso al digitale – conclude – non sempre rappresenta la soluzione al problema: ecco perché chiedo al governo regionale cosa si intenda fare per restituire alle comunità che risiedono in centri sprovvisti di sportelli o dove ve ne è solo uno, la piena fruibilità di un servizio che contribuisce alla coesione economica e sociale nei territori”.