Uno straordinario percorso attraverso l’arte leonardesca nel cuore della Valle dei Templi. Sarà inaugurata il 31 luglio (preview per la stampa alle 19,30 e visita guidata con ospiti e autorità alle 20,30), con apertura al pubblico il primo agosto (dalle 8.30 alle 23) la mostra “La Bottega di Leonardo – La Vergine delle rocce”, curata da Vittorio Sgarbi e Nicola Barbatelli, e allestita nella Villa Aurea, nel Parco archeologico della Valle dei Templi, ad Agrigento, riconosciuto Patrimonio dell’Umanità e iscritto al World heritage list dell’Unesco. All’interno del percorso espositivo sarà possibile ammirare per la prima volta in Sicilia, la famosissima “Vergine Cheramy”, una delle tre versioni de “La Vergine delle rocce”, di Leonardo da Vinci. L’opera proviene da una collezione privata ed è stata concessa per l’occasione; le altre due versioni sono esposte in modo permanente nel Musée du Louvre di Parigi e alla National Gallery di Londra. La mostra , prodotta da Mediatica, Ellison e Samar, patrocinata dal Ministero della Cultura, dalla Regione Siciliana, dal Comune di Agrigento e dal Parco della Valle dei Templi di Agrigento, è visitabile dal 31 luglio al 31 dicembre (ingresso 13 euro comprensivo della visita al Parco archeologico), anche in notturna durante il periodo estivo, e costituirà l’evento inaugurale del programma di avvicinamento ad “Agrigento Capitale italiana della cultura 2025”.
Oltre alla celebre opera pittorica del grande genio rinascimentale, saranno esposti dieci importanti dipinti degli allievi della “Bottega leonardesca”, che consentiranno di riscoprire l’ambiente e i linguaggi espressivi di Leonardo, le influenze dall’ultimo quarto del ‘400 fino la prima metà del ‘500.
«Accolgo con estremo piacere la notizia di una mostra ad Agrigento dedicata a Leonardo da Vinci – afferma il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani – autore che con il suo genio poliedrico ha segnato il nostro Rinascimento. Questa mostra prestigiosa, che gode del patrocinio della Regione Siciliana, attraverso l’assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, oltre che del ministero della Cultura e del Comune di Agrigento, avvia il percorso che porterà la Città dei Templi ad assumere il ruolo di “Capitale italiana della cultura”, nel 2025. E rappresenta molto bene la ricchezza e la varietà di una proposta culturale che valorizza il patrimonio artistico di una città dalla storia antichissima e che, al contempo, è in grado di accogliere e dare risalto a un linguaggio artistico universale e imperituro, qual è quello di Leonardo». «Non a caso, la capacità di relazionarsi con l’altro da sé in una prospettiva di arricchimento reciproco sul piano culturale e umano – sottolinea il presidente Schifani – è il fulcro del progetto che ha portato alla designazione della città e della provincia di Agrigento come capitale della cultura. Il governo della Regione è pronto a fare la sua parte al fianco della città e del suo territorio».
«Sono orgoglioso di aver dato il patrocinio dell’assessorato dei Beni culturali della Regione Siciliana, che ho l’onore di guidare – aggiunge l’assessore Francesco Paolo Scarpinato – a questa mostra di grande prestigio e valenza culturale. Leonardo da Vinci è stato portatore di un linguaggio universale, quello dell’arte, che ne ha fatto il simbolo della cultura italiana nel mondo, e con il suo eclettismo è diventato patrimonio dell’intera umanità. Agrigento, che si prepara a diventare Capitale italiana della cultura accoglie il genio di Leonardo, diventa scenario irripetibile per una mostra che sarà un evento di grande valore e di straordinario richiamo».
SCHEDA
L’IDEA E IL PROGETTO CULTURALE
La mostra è imperniata sul tema della Vergine delle Rocce di Leonardo, nella versione “Cheramy” declinata su altri importanti dipinti degli allievi del grande maestro, allo scopo di proporre un percorso narrativo incentrato sulla libertà intellettuale e sulla profonda capacità di ricerca dell’arte leonardesca. In tale direzione viene messa in evidenza proprio la capacità di connotare, nell’ambiente fecondo della leggendaria bottega, affascinanti linee di discendenze artistiche e culturali. La scelta del luogo dell’esposizione in Sicilia, nella Valle dei Templi di Agrigento, contestualizza le opere in un ambiente profondamente diverso ma archetipico e di grande valore evocativo. In questo senso il progetto artistico assume il senso di un abbraccio sfidante tra le forme, i colori, le intuizioni e i paesaggi diversissimi, ma intrecciati nel messaggio universale dell’arte e del genio, di patrimoni che parlano all’umanità e all’eternità.
I FONDAMENTI STRATEGICI DELLA MOSTRA
La rassegna artistica e il contesto tengono insieme fondamenti dal grande potenziale strategico e narrativo: il Rinascimento e la Magna Grecia; la Tradizione pittorica lombarda tra il Quattrocento e il Cinquecento; il genio di Leonardo da Vinci e la cultura stratificata e sincretica della Sicilia e del Mediterraneo; la ragione e il mistero. Si riflette in tutto questo la dimensione “lunga” della Penisola italiana, che è tanto geografica quanto ideale: dal cuore dell’Europa alle espressioni dell’Africa e del vicino Oriente. Da Milano ad Agrigento attraverso la relazione tra patrimoni, antropologie e geografie che sostanziano la reputazione del nostro Paese nel mondo e che quindi conferiscono all’evento la dimensione nazionale e quella internazionale: uno sguardo sull’identità italiana ed uno sulla sua riconoscibilità globale. La Valle dei Templi, infine, è patrimonio dell’umanità, iscritto al World Heritage List dell’Unesco: un amplificatore culturale e universale possente di un grande pensiero italiano ed europeo come quello di Leonardo.
UNA TAPPA DI AVVICINAMENTO AD AGRIGENTO CAPITALE DELLA CULTURA 2025
Il recente riconoscimento di Agrigento come Capitale della cultura 2025 è fattore di ulteriore valorizzazione del potenziale narrativo della mostra sulla Vergine delle Rocce di Leonardo nella Valle dei Templi.
Dunque un’importante tappa di avvicinamento nel percorso che da qui al 2025 concentrerà su Agrigento un programma di iniziative e interventi volte ad affermarla realmente quale primario riferimento culturale all’interno del Sistema Paese e suo emblema nel mondo. In questa direzione la mostra potrà generare dibattito, stupore, coinvolgimento e partecipazione stimolando, anche grazie alla sua capacità mediatica, il viaggio della conoscenza. Tutto ciò è reso possibile grazie ad una fertile collaborazione pubblico- privato che ha consentito di raggiungere un traguardo così ambizioso e difficile sul terreno della produzione artistica.
NELLA BOTTEGA DI LEONARDO
La rassegna propone l’inedita esposizione di dieci opere originali di Leonardo e dei suoi allievi (Martino Piazza da Lodi, Cesare da Sesto, Marco d’Oggiono, Marco d’Oggiono, Giampietrino, Bernardino Lanino e presumibilmente Boltraffio e Bernardino de’ Conti), e consente di ribadire, attraverso un’indagine della didattica della verbalizzazione leonardesca, il prezioso contributo divulgativo del pensiero di Leonardo nell’ambito della sua bottega. Tale sistematica scansione muove attraverso il rapporto, più o meno diretto, tra i collaboratori e gli imitatori del maestro dall’ultimo quarto del Quattrocento fino alla prima metà del Cinquecento, con singolari focus di interesse per talune inflessioni dialettiche marcatamente influenzate da suggestioni raffaellesche e michelangiolesche. La rassegna inoltre consente un approfondimento degli effetti del pensiero leonardesco a Sud di Roma e l’indagine sulle testimonianze di tale influenza sulla cultura artistica locale. Di particolare interesse è l’esposizione per la prima volta della celebre Vergine Cheramy, una versione di altissima qualità della Vergine delle Rocce di Leonardo, forse immaginata, secondo una recentissima revisione critica, a metà tra il brano di Parigi e quello di Londra. Accompagneranno la tavola ‘Cheramy’ testimonianze degli allievi di Leonardo e un ciclo di interessanti studi sul fenomeno della fortuna della Vergine delle Rocce.
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