martedì, Novembre 26, 2024
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Fondali marini: la chiave per l’energia infinita?

Nelle profondità marine sono sommersi numerosi segreti e tra questi potrebbe nascondersi la chiave per rivoluzionare il mondo dell’energia sostenibile. La scienza sta mettendo in moto l’ingegneria per sfruttare il moto delle onde per generare energia ininterrottamente. Con le recenti innovazioni la prospettiva di energia infinita dai fondali marini potrebbe non essere più così lontana.

Dall’abisso oceanico una soluzione energetica sostenibile e rivoluzionaria

La start-up brasiliana Tidal Watt ha gettato le fondamenta di questo cambiamento pionieristico con un rivoluzionario sistema di turbine sottomarine, chiamato UCEC (Le Unità di Raccolta dell’Energia Corrente). Le UCEC, con un diametro di soli 3 metri, sono ancorate sul fondo marino per sfruttare le correnti marine. Con una potenza di 5MW generata quando la turbina gira a una velocità di 1,87 nodi, si rivelano 60 volte più efficienti rispetto alle pale eoliche tradizionali

L’UCEC può generare elettricità per il 90% del tempo, producendo energia idroelettrica senza intermittenza, un aspetto cruciale nella transizione verso le fonti rinnovabili.

Inoltre possiamo osservare come le UCEC offrano una doppia vittoria per il nostro pianeta: 

  • l’energia prodotta dalle onde è un potenziale illimitato 
  • fungono da scudi, proteggendo la vita marina dalle tecniche di pesca distruttive come la pesca a strascico. 

Questo approccio innovativo non solo preserva l’ambiente marino e il paesaggio, ma anche crea “santuari” per le specie marine, specialmente in ecosistemi vulnerabili come le barriere coralline. 

L’Europa scopre il suo potenziale energetico marino

La scena si sta evolvendo anche in Europa. Grazie alle recenti innovazioni tecnologiche, il dispositivo Pewec 2.0, sviluppato da Enea e Politecnico di Torino, si propone di catturare l’energia cinetica delle onde del Mediterraneo. Le sue dimensioni, 15 metri di lunghezza, 23 di larghezza e 7,5 di altezza, e la potenza finale di 525 kW sono la prova che le tecnologie dell’energia marina possono adattarsi a vari contesti e necessità, minimizzando l’impatto sulla fauna e la flora marina. 

Con questo in mente, l’Unione Europea si è posta l’obiettivo di soddisfare il 10% del proprio fabbisogno energetico con l’energia marina entro il 2050. Queste turbine potrebbero essere una benedizione per le piccole isole italiane, dove potrebbero fornire energia elettrica per una popolazione di 3.000 abitanti.

Il gigante sottomarino del Giappone in cerca dell’energia del futuro

Infine, il Giappone sta dando un contributo significativo con la turbina sommergibile Kairyu, progettata per galleggiare a 50 metri di profondità sotto la superficie marina. Questo gigante delle profondità, frutto di una collaborazione tra Ishikawajima-Harima Heavy Industries e New Energy and Industrial Technology Development Organization, potrebbe essere l’asso nella manica dell’energia verde. Dopo tre anni di test nelle correnti oceaniche, la turbina ha dimostrato il suo potenziale. Se posizionate nel cuore della potente corrente Kuroshio, queste turbine potrebbero generare oltre 200 gigawatt di corrente elettrica, una quantità considerevole per soddisfare il fabbisogno energetico nazionale. La sfida di “domare l’oceano”, tuttavia, rimane, e le sfide future richiederanno ulteriori sviluppi e investimenti.

È chiaro che la nostra futura fonte di energia potrebbe essere nascosta nei fondali marini. Gli oceani rappresentano un’enorme fonte di energia inesplorata che potrebbe alimentare il nostro futuro. Mentre le sfide rimangono, l’impegno dimostrato da questi pionieri dell’energia verde non ha limiti, proprio come l’energia che stanno cercando di catturare.

Fonte: Studio PrestoEnergia

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