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“Médèa. Arcana Opera in Canto” lo spettacolo di Bonagiuso chiude il Saliber Fest

Dopo il debutto a Mazara, un nuovo debutto per la “Médèa. Arcana Opera in Canto” dello scrittore e regista Giacomo Bonagiuso che, alle prime luci dell’alba di domenica 30 luglio (inizio ore 5) andrà in scena sulla particolare orchestra del Teatro del Carmine degli architetti Venezia, Aprile e Collovà nel cuore storico di Salemi.  Si tratta della versione unplugged dello spettacolo che non si avvale di illuminotecnica perché si adatta al ciclo del sorgere del sole, plasmando il suo crescendo drammaturgico, appunto, sui colori dell’alba. Ma è un doppio debutto quello dello spettacolo che chiude il Salìber Festival di Salemi, il festival letterario organizzato dall’associazione culturale Liber…i, perché la Médèa di Bonagiuso, riscritta in lingua madre, ovvero siciliano arcaico, è rimodellata sulle contraddizioni del Risorgimento italiano, ed in special modo sulla rivoluzione mancata in Sicilia. Nella prima Capitale d’Italia, Salemi andrà in scena una rilettura del Risorgimento che rimette al centro la questione meridionale e il tema dell’estraneità. 

Identica la trama, rispetto all’originale euripideo, ma interessante la trasposizione moderna che ambienta lo scontro tra Giasone e Medea in epoca risorgimentale siciliana. Sullo sfondo di una rivoluzione mancata, che molti hanno anche definito una sostituzione di padroni, in Sicilia, l’ufficiale piemontese Giasone, a seguito di Garibaldi, dopo essersi invaghito della bellissima Medea, siciliana, medita di ripudiarla per acquisire potere nei ranghi del regno piemontese. Lo scontro è fisico, storico e musicale, poiché i mondi linguistici e armonici dei due sono appunto inconciliabili, così come inconciliabili appaiono le mire, i desideri, le passioni. Il dramma è quindi trasposto sia in chiave letteraria, che in chiave linguistica, storica e musicale. 

“Volevo raccontare il tema dell’estraneità, in qualche modo a partire dalle nostre stesse radici – dice Bonagiuso. Volevo riflettere su quanto siamo stati, e a volte restiamo stranieri a noi stessi in una nazione che non ha sanato a fondo le sue contraddizioni linguistiche, culturali e antropologiche. La storia di Medea è la storia di una straniera respinta in terra straniera, ancor prima che il tragico epilogo del figlicidio si compia. È un tema che oggi urla la sua urgenza, perché siamo stranieri molte volte in molti contesti ma continuiamo ad avere paura del diverso, dello straniero, come se non fossimo noi per primi ad essere collocati in una erranza assoluta di ogni nostra radice”.

“Ospitare al Saliber Fest la riscrittura della Médèa a cura del Maestro Bonagiuso è motivo di vanto per tutto il festival – dichiara il direttore artistico Filippo Triolo. – Felici che da quest’anno il festival si apra al teatro, “luogo” in cui la parola che è letteraria, diventa voce e corpo, immagine. Importante poi che la rilettura del capolavoro euripideo – diventata anche espediente per parlare della questione meridionale –  trovi un palco a Salemi, città che del periodo risorgimentale fu protagonista.”

Lo spettacolo che avrà inizio alle ore 05.00 presso il teatro del Carmine di Salemi è ad ingresso libero su prenotazione al numero di telefono 3663507228. L’organizzazione consiglia agli spettatori di arrivare prima dell’orario indicato e li invita a munirsi autonomamente di cuscini.

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