domenica, Novembre 24, 2024
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Ance Sicilia-Alta velocità, in Sicilia una fabbrica di talpe Tmb per le gallerie

Nuovi collegamenti ferroviari in Sicilia: entro fine anno tutti aperti i 
cantieri con tecnologia Bim.
Serviranno centinaia di imprese e diecimila lavoratori, ma vanno 
formati.
A breve incontro Ance Sicilia-Webuild per le filiere, rischio che non ci 
siano così tante imprese e maestranze in Sicilia.
Necessarie anche 24 talpe Tbm per scavare le gallerie, una è in arrivo 
dalla Cina.
Ipotesi di realizzare nell’Isola un’officina di ricondizionamento e una 
fabbrica di Tmb a servizio di tutti i cantieri italiani di Rfi e Anas

I cantieri con tecnologia integrata Bim per 
realizzare il nuovo collegamento ferroviario Palermo-Catania-Messina, 
per velocizzare la Palermo-Trapani via Milo e per realizzare la fermata 
all’aeroporto di Trapani Birgi, valgono 11 miliardi sui 50 miliardi di 
investimenti di Rfi in corso in tutta Italia e avranno un fortissimo 
impatto sull’economia siciliana.
Lo ha detto oggi in Ance Sicilia, all’incontro con i massimi esperti in 
tecnologia integrata Bim, il commissario straordinario per la 
Palermo-Catania-Messina, Filippo Palazzo, che ha spiegato: “Tutti i 
lotti sono stati aggiudicati e consegnati alle imprese e in sette casi 
sono già stati aperti i cantieri, gli altri saranno tutti avviati entro 
la fine dell’anno. Per gestirli, aiutati dalla nuova tecnologia Bim, 
serviranno almeno diecimila maestranze e centinaia di imprese da formare 
in filiere specializzate e dedicate”.
“Basti pensare – ha esemplificato Palazzo – che solo nel lotto più 
piccolo, quello fra Bicocca e Catenanuova, si è dovuta formare una 
filiera di oltre 300 operatori economici, perché l’obiettivo è quello di 
ridurre i tempi e i costi realizzando e avendo a disposizione tutti i 
manufatti e le forniture in loco, piuttosto che farli arrivare da fuori. 
Temo – ha confessato Palazzo – che per tutti i cantieri ci sarà 
difficoltà a trovare in Sicilia così tanti operatori economici e 
lavoratori specializzati”.
Per tentare di scongiurare questo rischio, il presidente di Ance Sicilia 
ha già avviato un’interlocuzione con Webuild, il principale appaltatore 
dell’Alta velocità nell’Isola, e nei prossimi giorni sarà organizzato un 
incontro con lo scopo di individuare per ogni territorio tutte le 
imprese specializzate associate ad Ance Sicilia che possano concorrere a 
comporre le filiere.
“Ma non è finita qui – ha proseguito Filippo Palazzo – : per scavare 
tutte le gallerie serviranno ben 24 talpe Tbm. La prima è già in arrivo 
dalla Cina al porto di Catania e sarà posizionata a Trappitello, vicino 
Taormina. Ma per le altre 23 si sta valutando, sempre nell’ottica di 
ridurre i tempi e i costi, di realizzare in Sicilia un’officina di 
ricondizionamento delle Tbm e, in prospettiva, anche una fabbrica di 
talpe da utilizzare non solo nei cantieri siciliani, ma anche in tutti 
quelli di Rfi e Anas in Italia. Questo polo produttivo avrebbe un’enorme 
ricaduta economica e occupazionale, dato che ogni talpa è composta da 
22mila pezzi”.
Sui tempi, Filippo Palazzo si è detto ottimista: “I lavori sono stati 
tutti consegnati e la copertura finanziaria c’è ed è garantita. La 
questione della rimodulazione del ‘Pnrr’ è più che altro un aspetto 
ragionieristico che non cambierà nulla circa gli aspetti della 
realizzazione delle opere. Considerando che stiamo lavorando per 
ottenere una velocità di 200 km/h, con punte di 250 km/h in alcune 
tratte, i primi lotti saranno completati entro il 2025, la maggior parte 
entro il 2026 e quelli che sono fuori dal ‘Pnrr’ – compreso l’ultimo 
aggiudicato, il Fiumetorto-Lercara, che è il più complesso, con una 
galleria da scavare lunga 20 km –  saranno completati entro il 2029”.
Un iter che anche i cittadini potranno seguire e verificare: “La 
tecnologia Bim – ha concluso Palazzo – è uno strumento nuovo che 
digitalizza l’intero progetto e il controllo dei lavori, dai computi 
metrici fino al ricorso all’utilizzo dei droni per riprendere dall’alto 
situazioni di esecuzione lungo cantieri molto lunghi che vengono poi 
riscontrate sul progetto digitalizzato. Tutto ciò, ai fini dei controlli 
antimafia, attraverso protocolli già sottoscritti con le Prefetture, 
consente alle forze dell’ordine di avere un controllo continuo e in 
tempo reale di tutto ciò che accade e delle persone che accedono ai 
cantieri. Ma è anche un presidio di trasparenza: infatti, attraverso i 
siti del ministero delle Infrastrutture, di Opendata e Opencantieri e di 
Rfi, che saranno implementati, ogni cittadino avrà accesso a sezioni 
specifiche che offriranno ogni tipo di informazione e aggiornamento 
sullo stato di avanzamento dei lavori”.

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