lunedì, Novembre 18, 2024
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Insularità. Ugl, prima del regionalismo differenziato dare piena attuazione articolo 119 Costituzione

“Non ci potrà essere regionalismo differenziato senza la piena attuazione della perequazione come risulta dall’applicazione degli articoli 116 e 119 della Costituzione. Il diritto  all’insularità è sancito dalla legge costituzionale 7 novembre 2022, n.2 che modifica l’articolo 119 sul riconoscimento delle peculiarità delle Isole ed il superamento degli svantaggi derivanti dall’insularità”.
A dichiararlo io Segretario dell’Ugl in Sicilia, Giuseppe Messina, intervenendo sul dibattito intorno al disegno di legge sull’autonomia differenziata.
“Ciò che la Sicilia ha pagato in termini di mancata crescita  – aggiunge – è derivato da tale condizione che ha prodotto ritardi  di sviluppo economico e sociale. I siciliani sono cittadini con diritti ridotti e affievoliti rispetto a quelli della terraferma”. 
“Ed allora, proprio partendo dal significato di insularità, prima di qualsiasi legge sul regionalismo differenziato – chiarisce Messina – che servono appropriate misure perequative. Vanno riconosciute, cioè le peculiarità insulari derivanti dalla condizione geografica per portare la Sicilia ad un livello il più possibile paritario rispetto alle regioni del Centro-Nord”.

Per il Segretario dell’Ugl Sicilia “Nel dibattito politico nazionale i costi dell’insularità sono riferiti soprattutto al settore dei trasporti, all’ambiente, alla ridotta attività economica ed occupazionale oltre al calo demografico ed alla fuga dei cervelli”. 
Indica numeri e  direttrice di marcia Messina: “Non va dimenticato, in questa fase storica in cui il tema è tornato in auge proprio con l’iniziativa governativa e l’obiettivo del regionalismo differenziato, che il principio di insularità, che per la Sicilia vale un costo stimato di circa 6 miliardi annui (studio assessorato regionale economia guidato dal prof. Gaetano Armao durante il governo Musumeci) significa perseguire l’obiettivo di maggiore tutela di eguaglianza e diritti, non assistenzialismo ma riequilibrio sociale, non disuguaglianze ma distribuzione equa e solidale”.
“Lo sviluppo sostenibile della Sicilia è essenziale per l’intero paese – conclude il sindacalista – perpetrarne lo sfruttamento sociale ed economico con politiche nevrotiche e palliative, con il fondato rischio, per esempio, di mancata spesa delle risorse del PNRR , è un rischio che l’Italia Sovrana non può permettersi. Nessuna preclusione al regionalismo differenziato, purchè sia adottato un minuto dopo aver attuato pienamente l’articolo 119 della Costituzione nella nuova formulazione del 2022, che significa anche attivare la fiscalità di sviluppo”.

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