«Nei secoli le donne sono state più spesso oggetto che soggetto di storie, anche se in periodi lontani, penso al Rinascimento italiano, si sono distinte alcune figure, come le poetesse Vittoria Colonna e Gaspara Stampa. Negli ultimi anni si è avvertita l’urgenza di ricostruire un passato culturale al femminile, facendo emergere dal buio figure dimenticate di donne coraggiose che hanno sfidato i loro tempi». All’ombra delle piramidi, Annamaria Zizza racconta così intrighi e morte per conquistare l’amore della ribelle Ankhesenamon, la vedova del faraone Tutankhamon. A cento anni esatti dall’apertura del sacrario del faraone bambino, salito al trono a soli nove anni e morto appena diciottenne, la scrittrice catanese torna a parlare della XVIII dinastia e lo fa attraverso le pagine del suo nuovo romanzo “La regina di Tebe”, che inaugura la collana “Vulcano” della Marlin Editore. «La nostra vocazione è sempre stata quella di privilegiare storie che avessero per protagonisti personaggi e vicende realmente vissuti e fatti realmente accaduti. – spiega l’editore, Sante Avagliano – La collana ‘Vulcano’ vuole rappresentare la potenza, l’esplosione, la ricchezza, la fertilità che, in potenza e in atto, sono fornite dalla narrativa storica, capace di risalire al passato riscoprendo argomenti e personaggi dimenticati». La presentazione del romanzo, sarà ospitata venerdì 19 maggio alle ore 18.30 da Risto Arte Musa di Carmelo Schilirò, in Via Gabriele D’Annunzio, 96 a Catania, e vedrà la presenza dell’italianista Loredana Pitino, in veste di relatrice. Le letture saranno invece a cura degli attori Mario Mazzaglia e Amedeo Amoroso. «“La regina di Tebe” – evidenzia l’autrice – non è solo un romanzo storico: indubbiamente dietro c’è una documentazione e uno studio delle fonti, però mi sono anche voluta concentrare su elementi psicologici, approfondendo le dinamiche dei singoli personaggi. Si possono poi rintracciare aspetti legati alla narrativa gotica, di cui sono una grande appassionata, ed erotica, funzionale allo sviluppo della trama». La storia inizia a Tebe, capitale dell’Egitto, nel XIV secolo a.C. La giovane regina Ankhesenamon, nel tentativo di riportare la pace nel suo Paese e di dare un erede al suo regno, ordina allo scriba Menthuotep, un personaggio nato interamente dalla penna dell’autrice e legato al suo primo romanzo “Lo scriba e il faraone”, edito da Algra, di inviare una lettera al re degli ittiti, affinché possa sposare uno dei suoi figli. Dell’iniziativa vengono lasciati all’oscuro sia il potente visir Ay, che il generale Horemheb, dal momento che entrambi ambiscono al trono. Gli ittiti sono sorpresi dal contenuto della lettera: pensano a una trappola da parte degli egizi e temporeggiano, ma alla fine, convinti da Menthuotep, inviato in qualità di ambasciatore dalla regina, accettano la proposta. Ma la storia prenderà ben presto una piega inaspettata fra colpi di scena, battaglie e intrighi.
«Una narrazione suggestiva che si avvale di dialoghi serrati nei quali si delineano i personaggi con mano sicura e tagliente. Un romanzo singolare sulla storia di due imperi e di due donne, Ankhesenamon e Malnigal, storicamente lontane da noi, ma vicine per coraggio e determinazione». L’ha definito così Dacia Maraini, che firma la quarta di copertina.
«Il romanzo pone al centro le donne – sottolinea ancora Zizza -, la loro forza e la loro determinazione. Al suo interno se ne contano addirittura quattro. La prima è Ankhesenamon, portatrice di pace; l’altra, Malnigal, è invece una figura oscura e ambigua. Le due donne incarnano in parte due topoi della letteratura: la donna Angelo e la Femme fatale, seppure con diverse sfumature. Poi abbiamo Baketamon e Miriam, che indagano altri aspetti dell’animo femminile. Non solo: nell’opera è possibile trovare riferimenti alla vita militare, alla gestione del potere, a usi e costumi dell’Antico Egitto e delle civiltà coeve. Spero possa essere un modo per conoscere un po’ meglio questo mondo, che mi ha sempre affascinata sin dalla più tenera età».