Il 17 marzo 2023, alle ore 11.30, presso il prestigioso Salone “Roma” del Palazzo Arcivescovile di Monreale, il Comandante del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) di Palermo, Ten. Col. Gianluigi Marmora, ha restituito al Direttore della Biblioteca “Ludovico II De Torres” di Monreale, Don Giuseppe Ruggirello, 61 libri, di grande valore storico e culturale, risalenti al XVI secolo, trafugati negli anni ‘80 del secolo scorso.
Alla cerimonia di restituzione erano presenti:
– l’Arcivescovo di Monreale, Mons. Gualtiero Isacchi;
– il Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Roma, Generale di Brigata Vincenzo Molinese;
– il Comandante del Gruppo Carabinieri TPC di Roma, Ten. Col. Andrea Ilari;
– il Vice Presidente del “Getty Museum” di Los Angeles, Dott. Stephen W. Clark;
– il Procuratore della Repubblica di Palermo, Dott. Maurizio De Lucia;
ed altre Autorità civili e militari.
L’esito positivo dell’attività d’indagine è il frutto del coordinamento della Procura della Repubblica di Palermo e della costante collaborazione esistente tra il Nucleo Carabinieri TPC di Palermo ed i responsabili della Biblioteca “Ludovico II De Torres” di Monreale.
Le 61 cinquecentine, oggetto di furto avvenuto negli anni ’80 all’interno della Biblioteca “Ludovico II De Torres” di Monreale, sono state individuate dai Carabinieri del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Palermo sul sito web del “Getty Research Institute”, durante il monitoraggio quotidiano dei siti internet.
Gli ulteriori approfondimenti, sviluppati mediante la collaborazione dell’Arma territoriale, certificavano che l’Ufficio Esportazione delle antichità e degli oggetti d’arte della Sicilia della locale Soprintendenza non aveva mai rilasciato alcuna autorizzazione per l’esportazione dei beni librari.
A seguito della Rogatoria Internazionale avanzata dalla Procura della Repubblica di Palermo, i responsabili del “Getty Museum” di Los Angeles riconoscevano la validità della rivendicazione e restituivano spontaneamente i beni, nell’ambito di una collaborazione ormai decennale con i Carabinieri dell’Arte.
Alcune cinquecentine costituiscono delle vere e proprie rarità, mentre altre sono esemplari unici al mondo, quali:
“Li grandissimi apparati e reali trionfi fatti per il re & regina di Franza nel la città di Baiona, nell’abboccamento della regina catholica di Spagna Li grandissimi apparati e reali trionfi fatti per il re & regina di Franza nel la città di Baiona, nell’abboccamento della regina catholica di Spagna doue si narra l’honoratissimo accetto, il combattere uno castello incantato, combattimenti in mare, uccisione d’una balena & altri mostri marini, combattimenti a campo franco, con ninfe, soni & canti, & un castello che andaua da se stesso, & altre cose, come legendo intenderete. In Padova, 1565”;
“Svccesso della giostra fatta nella inclita Città di Verona Ordinata per li Clarissimi Rettori di Terra ferma, l’anno 1567 del carneuale. In Padoa, Per Lorenzo Pasquati, 1567”;
“Relatione di qvanto e successo nello sponsalitio della Catholica Maestà del re Philippo, di cui ordine, & à Suo nome il serenissimo prencipe Carlo arciduca d’Austria sposo la serenissima prencipessa Anna figliola dell ‘imperatore Massimiliano, e della serenissima imperatrice donna Maria nella città di Praga”;
la cui coperta, le miniature e le illustrazioni calcografiche sono di notevole fattura.
Riguardo alle descrizioni dei libri restituiti, lo stesso “Getty Research Institute” indicava, in quasi tutte le note di catalogazione, elementi che riconducono all’Arcivescovo Ludovico II De Torres di Monreale, quali le manoscritture apposte sul frontespizio di ogni esemplare quali: “L. Arcivescovo di Monreale” ovvero “L. Archiepisc. Montisregal”, “L. Arcivesc.° di Monr.le”, “L. Archiepisc.° di Monr.le” e similari che tuttora si trovano nei libri custoditi presso la biblioteca monrealese.
Tali contrassegni si trovano riportati esclusivamente sulle migliaia di libri che il Cardinale portò da Roma a Monreale,contrassegnati con la propria firma, accompagnati da una Bolla Pontificia di Papa Clemente VIII del 22 gennaio 1593, che stabiliva l’inalienabilità a pena di scomunica latae sententiae (ossia la pena del diritto canonico così congiunta al precetto, cui si incorre per il fatto stesso di averlo trasgredito) per chiunque avesse sottratto un libro, anche se con l’intento di prenderlo in prestito o per poco tempo o se ne fosse appropriato a qualsiasi titolo.
La Bolla Pontificia può essere ancora letta nell’epigrafe marmorea posta accanto all’ingresso della Biblioteca.
Di fondamentale importanza si è rivelata la consultazione della “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti” del Ministero della cultura e gestita in via esclusiva dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, la più grande del mondo con oltre 1,4 milioni di files relativi a beni da ricercare.