Il terzo settore non è solo impegno sociale organizzato, ma è anche un motore importante dell’economia del paese, quella ispirata da finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale condivise. Il terzo settore in Italia ha un giro d’affari di circa 67 miliardi di euro, un fatturato pari al 4,3% del Pil (superiore all’intero settore della moda made in Italy ).
Migliaia di soggetti del TS sono stati ( e lo sono ancora) in prima linea per contrastare l’emergenza sanitaria e sociale. Durante la pandemia si è assistito a un meccanismo di sussidiarietà capovolta, in cui alle note fragilità del sistema sanitario e socio-assistenziale lo Stato ha reagito incentivando la mobilitazione del privato sociale, sia sul piano fiscale (incremento di donazioni, raccolte fondi), sia in relazione alle dinamiche di supporto e community building (sul piano sanitario e sociale), modificando le prassi relazionali tra sfera pubblica e società civile. È stato infatti demandato al TS, inteso come espressione delle varie forme di partecipazione civile, l’onere di operare a sostegno della comunità, mettendo in campo risorse ed energie al fine di garantire interventi di prima necessità (distribuzione cibo e beni), educativi (supporto al sistema scolastico, fornitura di devices, riduzione del digital divide), livelli essenziali di assistenza (soprattutto nel campo socio-sanitario).
Il mondo del volontariato e delle pratiche di prossimità con la consueta capacità creativa sta costruendo micro-reti e azioni sul territorio per scongiurare l’isolamento delle persone più fragili: dalla telemedicina, alla consegna a domicilio di alimenti e medicine, sino al conforto on line di chi ha perso, senza nemmeno l’ultimo saluto, un proprio congiunto.
Il TS sta confermando coi fatti di saper svolgere un ruolo peculiare all’interno del tessuto sociale ed economico. Né lo Stato né le imprese private sono in grado di entrare con la medesima capacità di mobilitazione negli interstizi della società, recuperando e organizzando la capacità e le risorse diffuse di solidarietà.Per questa ragione occorre, a partire dagli Enti locali, dare sostegno concreto al T.S. non solo dal punto vista “morale” con premi ed onorificenze ma anche con azioni concrete tese all’impegno di piccole agevolazioni che di fatto pesano in maniera irrisoria sui bilanci degli enti locali. Il presente regolamento assorbe questo obiettivo.