martedì, Novembre 19, 2024
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Porto di Riposto (CT), lavori fermi dal 2021. Vasta presenta interrogazione all’Ars

“Opera fondamentale per il comprensorio”. 

 Lavori bloccati da quasi due anni nel primo bacino del porto di Riposto. Nonostante il comune marinaro, in qualità di stazione appaltante, abbia affidato alla ditta aggiudicataria, nel maggio del 2021, i lavori di messa in sicurezza del primo bacino, gli interventi non hanno mai preso il via. Per questo motivo i deputati all’Ars di Sud chiama Nord, nei giorni scorsi, hanno presentato un’interrogazione urgente, primo firmatario Davide Vasta, indirizzata al presidente della Regione Siciliana e all’assessore regionale delle Infrastrutture e della Mobilità. “È inconcepibile che interventi di questa importanza siano fermi dal 2021 – dichiara Vasta – I lavori non sono stati avviati perché l’area del primo bacino del porto turistico è stata utilizzata per i lavori di riparazione di alcuni pontili, gestiti direttamente dal Dipartimento delle infrastrutture, della mobilità e dei trasporti, e, a seguito della conclusione dei lavori, non si è proceduto allo sgombero dell’area. Come se non bastasse – prosegue il parlamentare – sul fondale dello specchio d’acqua interessato dagli interventi, si trovano alcune strutture di ancoraggio dei pontili rimossi e altre strutture sommerse che ostacolano l’esecuzione dei lavori in oggetto”. Gli interventi prevedono la ricostruzione di un pontile con struttura a giorno e la realizzazione delle opere accessorie per la funzionalità portuale. Un’infrastruttura, quindi, necessaria per dare ulteriore impulso al turismo da diporto. La situazione di stallo, che si protrae da troppo tempo davanti all’inerzia degli uffici competenti, rischia di trasformarsi in una vera e propria beffa. “Quest’opera, attesa da decenni, è molto importante per Riposto e per l’intero comprensorio ionico etneo – sottolinea Davide Vasta – Riteniamo, quindi, quanto mai opportuno dare immediato mandato ai competenti servizi del Dipartimento Regionale delle Infrastrutture e Mobilità e dei Trasporti, affinché vengano rimossi nel più breve tempo possibile le strutture che impediscono l’inizio dei lavori, anche al fine di scongiurare – conclude – la rescissione unilaterale del contratto da parte del soggetto aggiudicatario”.  

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