È una storia vecchia, come le strade siciliane. Chi, per qualunque motivo, è costretto (si, perché si dovrebbe proprio essere forzati a percorrere le strade e autostrade siciliane) a spostarsi in Sicilia deve far i conti con una mobilità a dir poco precaria! E ormai si è anche smesso di lamentarsene, perché tanto, anche se se ne parla, non cambia nulla. Una triste rassegnazione. Eppure sono decenni che la situazione è la stessa. La Palermo-Catania ormai è ad una sola corsia, con continui cambi di carreggiata e restringimenti, da anni. Nel silenzio di tutti, anche di chi ci Governa e la percorre per i propri spostamenti. È mai possibile che non si siano posti degli interrogativi e trovato soluzioni? In giornate come quelle odierne, di forti piogge, percorrere un qualsiasi tratto diventa non solo un’impresa ma anche molto pericoloso. E la conseguenza di una mobilità così precaria è non solo l’isolamento di interi territori, ma anche un rallentamento della capacità produttiva con la conseguente difficoltà di attrarre investimenti. Ecco forse per i nostri Parlamentari in Ars parlare di mobilità e cercare di risolvere i problemi a tanti siciliani dovrebbe essere più prioritario che adeguare i propri stipendi agli aumenti ISTAT. Dovrebbe, appunto.