Promossa da BCsicilia e dall’Università Popolare Termini Imerese, nell’ambito del Corso di Archeologia Medievale si terrà domenica 15 gennaio 2023 una visita ai Castelli di Sperlinga e Nicosia. La partenza è prevista dalle ore 8,00 da Palermo (Piazza Giotto-Lennon), alle ore 8,30 da Termini Imerese (Piazza S. Antonio). Dopo l’arrivo a Sperlinga è prevista la visita guidata al Castello, uno tra i più notevoli esempi di architettura mista, costruito su una enorme emergenza rocciosa quarzarenitica caratterizzata dalla presenza di numerosi ed ampi ambienti ipogei ampiamente riutilizzati. Il centro, individuato da Giovanni Uggeri come «simbolo della profonda osmosi maturata nell’isola tra le due soluzioni insediative» della grotta e poi del castello, è noto dalle fonti archivistiche come uno dei castra exempta citra flumen Salsum nelle vicende legate al Vespro siciliano testimoniato anche dalla famosa iscrizione incisa sull’arco a sesto acuto dell’ingresso “Quod Siculis Placuit Sola Sperlinga Negavit”. Il castello è costituito da diversi corpi di fabbrica distribuiti su diverse quote che testimoniano l’adozione di particolari soluzioni architettoniche e costruttive in modo da integrare gli ambienti ipogeici preesistenti con le strutture murarie realizzate. Nella sua versione attuale è verosimilmente trecentesco, epoca per la quale sono testimoniati interventi di ampliamento e la collocazione della bifora che si innesta direttamente sull’imponente balza rocciosa che domina l’abitato. Il corpo principale costruito direttamente sulla roccia come tutte le altre fabbriche ha pianta rettangolare, esternamente è caratterizzato da un lungo muro munito in alcune parti da contrafforti e forato da una serie di aperture probabilmente di epoche differenti. Diversi sono gli ambienti ipogei con copertura piana presenti soprattutto nell’ala orientale ed occidentale, comunicanti tra loro e posti sotto il piano di calpestio, funzionali alla fase trecentesca del castello, ma con riutilizzi successivi per molti versi ancora non chiari, così come ancora sono molte le incertezze sulle vicende della struttura fortificata anche a causa dei continui riutilizzi di questo sito pluristratificato.Subito dopo il pranzo a buffet con degustazione di prodotti locali è prevista la partenza per Nicosia e subito dopo l’arrivo la visita guidata al Castello nel centro urbano nella zona Rocca Castello e comprende l’insieme del castrum magnum e del castrum parvum che occupano la grande rupe a due guglie. L’impianto planimetrico non è rilevabile, presumibilmente irregolare e adattantesi alla forma naturale del sito in posizione dominante e strategica sul territorio e sull’abitato medievale lungo l’asse viario principale di attraversamento della Sicilia interna, la cosiddetta Via Messina che, attraverso le montagne collegava l’interno con i centri della costa. Tra i ruderi più significativi vi è una torre a pianta quadrangolare innalzata direttamente sulla roccia a due piani dal livello del terreno. Originariamente la torre era circondata da una cinta muraria di cui restano pochi resti. Le due rupi sono raccordate ai vertici da un tratto di muro dotato di camminamento merlato nel quale si apre un portone ogivale, attraverso il quale passa una strada carrozzabile che oggi consente l’accesso ai resti murari. Il sito è interessato da numerose unità rupestri utilizzate fin dall’antichità come sepolture, tra queste si segnala un interessante complesso rupestre con tombe ad arcosolio diffuse in età tardoromana e tardoantica. Si procede poi nella visita del soffitto ligneo della cattedrale di Nicosia. Il tetto della Chiesa di San Nicolò si inserisce nella tradizione artistica del XIV secolo e nella contemporanea tradizione costruttiva diffusa in Sicilia da età normanna, che prevedeva la copertura delle chiese e delle cattedrali con capriate, in alcune occasioni a vista. A Nicosia però il tetto ligneo è ricordato nella storia degli studi per la varietà la ricchezza e l’originalità del repertorio figurativo che ricopre interamente la struttura lignea della chiesa di San Nicolo, costruita agli inizi del XIV secolo, forse su un edificio preesistente. Nonostante siano ancora aperte alcune questioni sulla cultura figurativa e il linguaggio formale della bottega che eseguì la copertura lignea, nonché la comprensione del significato complessivo del suo programma iconografico è ormai acclarato nella storia degli studi l’indiscusso pregio dell’opera e della committenza da ricondurre al clima artistico alfonsino e legata alla politica ecclesiastica aragonese. Alle ore 18 è prevista la partenza da Nicosia.Le visite saranno guidate da Daniela Patti, docente di Archeologia cristiana e medievale (Università degli Studi di Enna “Kore”), Salvatore Lo Pinzino, storico (Soprintendenza di Enna), Totò Scalisi, geologo, (Soprintendenza di Enna), Angelo Giunta, architetto (Soprintendenza di Enna).