CAPECE (SAPPE): “FUORI I DETENUTI ADULTI DALLE CARCERI MINORILI
” Con l’arresto degli ultimi due evasi, da parte degli uomini del Nucleo Investigativo Regionale lombardo della Polizia Penitenziaria, sono tutti in carcere i detenuti, minori ed adulti, evasi domenica dal carcere minorile Beccaria di Milano.Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, sottolinea “l’importante ruolo svolto dalle articolazioni nazionali e regionali del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria nella cattura degli evasi e delle famiglie dei detenuti per coloro che sono stati convinti a costituirsi. In 96 ore dall’evasione, tutti sono ora di nuovo in carcere. Il grave fatto accaduto sia da sprone per l’assunzione di urgenti provvedimenti. Oggi tutti scoprono che la giustizia minorile così com’è non va, ma è da troppo tempo che il SAPPE denuncia come registriamo già da mesi, con preoccupante frequenza e cadenza, il ripetersi di gravi eventi critici negli istituti penitenziari per minori d’Italia. È da sottolineare che nell’ultimo periodo diversi detenuti delle carceri minorili provocano con strafottenza modi inurbani e arroganza i poliziotti penitenziari, creando sempre situazioni di grande tensione. Ed è per questo che ci stupiamo di chi “si meraviglia” se chiediamo una revisione della legge che consente la detenzione di ristretti adulti fino ai 25 anni di età nelle strutture per minori. Legge voluta dal Ministro della Giustizia Orlando con Renzi premier, lasciata intonsa dal Guardasigilli Bonafede con Conte presidente del Consiglio e lo stesso da Cartabia e Draghi”. Capece ricorda che “come primo Sindacato della Polizia Penitenziaria abbiamo in più occasioni chiesto ai vertici del Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità che le politiche di gestione e di trattamento siano adeguate al cambiamento della popolazione detenuta minorile, che è sempre maggiormente caratterizzata da profili criminali di rilievo già dai 15/16 anni di età e contestualmente da adulti fino a 25 anni che continuano ad essere ristretti. Non è stato fatto nulla, zero assoluto, e i risultati sono l’evasione dal Beccaria, gli incendi e le aggressioni nelle altre carceri minorili di Nisida, Casal del Marmo, Bologna, Airola, Treviso, per citarne alcuni. La realtà detentiva minorile italiana, come denuncia sistematicamente il SAPPE, è più complessa e problematica di quello che si immagina: per questo si dovrebbe ricondurre la Giustizia minorile e di Comunità nell’ambito del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria piuttosto che mantenerla come Dipartimento a sé”.
