“Qualcosa è stato fatto nella nuova Legge di Bilancio per il 2022 riguardo la soglia di ricavi e compensi che consente di applicare un’imposta forfettaria del 15% sostitutiva di Irpef, Irap e Iva, innalzata a 85 mila euro, dai 65 mila attuali, ma non è sufficiente” – ha dichiarato il presidente di Autonomi e Partite Iva Eugenio Filograna nella trasmissione televisiva Mattino5 durante la quale è intervenuto in diretta rispondendo alla domanda del conduttore Francesco Vecchi se si era soddisfatti a riguardo.“Però non è quello che ci aspettavamo – ha continuato Filograna – Per esigenze di carattere pratico non sono stati pagati tutti i costi arretrati del lockdown. Ci aspettavamo un aiuto maggiore, soprattutto per quelle attività che probabilmente chiuderanno o sono in procinto di farlo. Purtroppo sarebbero più di 500 mila le imprese che rischiano di chiudere e non lo hanno ancora fatto, perché sperano in un cambio di rotta rispetto al passato da parte del Governo. Comunque è un primo passo quello di innalzare la soglia reddituale di 20.000 euro. Coloro che ne beneficeranno saranno 60mila in più, tra partite iva ed autonomi”. Alla domanda provocatoria del conduttore se gli autonomi e le partite iva potrebbero essere “infedeli contribuenti”, Filograna ha risposto: “Anche su questo è opportuno un chiarimento. Gli Autonomi e le partita IVA sono considerati comunemente evasori fiscali, ma possiamo dimostrare esattamente il contrario e parlo in termini statistici. Paradossalmente, non soltanto l’evasione fiscale non esiste, nel senso proprio materiale del termine, ma addirittura gli autonomi e partite Iva ed i cittadini, a loro riconducibili, tacciati di essere evasori fiscali, sono addirittura creditori di circa 250 miliardi nell’arco dell’anno nei confronti dello Stato e quindi, al netto dell’ipotetica evasione fiscale, hanno un credito netto di 150 miliardi annui.In pratica 250 miliardi sono quasi il doppio, rispetto la somma che sarebbe stata evasa. Mi spiego meglio; lo Stato, con le tante inefficienze e tanti sprechi, crea delle serie difficoltà e abnormi costi alle aziende nello svolgimento del proprio esercizio durante l’anno. Posso fare un elenco abbastanza dettagliato che lo Stato, la Comunità Europea, la Banca d’Italia ed il Ministero delle infrastrutture hanno rilevato. Premesso che sarebbero 100 i miliardi, orientativamente considerati come evasione fiscale, mentre 250 miliardi i crediti che gli autonomi e partite iva e i cittadini italiani a loro riconducibili, vantano nei confronti dello stesso Stato, per inefficienze e per eccessi di costi: 57 miliardi che l’Europa ha rilevato come eccesso di costi burocratici; 53 di fatture non pagate a tutte le imprese; 40 l’anno di infrastrutture per i maggiori costi sopportati ed un eccesso di tempi per la Giustizia per 40 miliardi; oltre i 24 miliardi della spending review, più 23,5 di sprechi per la Sanità e i costi del trasporto pubblico per 12,5 miliardi. Ecco come si arriva alla somma di 250miliardi.Quindi, i crediti degli autonomi e partite iva e dei cittadini a loro riconducibili nei confronti dello Stato sono 250miliardi, l’evasione fiscale degli autonomi e delle partite iva e dei cittadini Italiani sono 100 miliardi; per differenza i crediti netti, degli autonomi e delle partite iva e dei loro cittadini nei confronti dello Stato, sono di 150miliardi. Purtroppo per la Legge queste partite non si possono compensare le une con le altre ma contabilmente l’evasione fiscale non esiste perchè lo Stato ha già incassato il doppio di quanto presume essere stato evaso”.