domenica, Novembre 24, 2024
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Taormina, grande successo del “Finc Comedy Festival”

La “Perla dello Ionio” è stata la capitale mondiale della “comicità muta” per 7 giorni, dal 5 all’11 dicembre, grazie all’iniziativa iniziativa del Theatre DeGart, in collaborazione con l’amministrazione comunale. Tanti personaggi di levatura internazionale e grande partecipazione di allievi e di pubblico.

Il “Finc Comedy Festival” che per sette giorni, dal 5 al’11 dicembre, ha fatto di Taormina la capitale mondiale della “comicità muta”, è stato un grande successo in termini di partecipazioni e di presenze. Nato da un’iniziativa del Theatre DeGart, Direttore Artistico Daniele Segalin e Direttore Organizzativo Graziana Parisi, in arte Dandy Danno e Diva G., è stato realizzato in collaborazione con l’amministrazione comunale.

Avner Eisenberg, Barto, Nicola Virdis, Monsieur David, Gerardo Mele, Mr Zed, i Baccalà, gli inglesi Lempem, i Soralino del “Cirque du soleil”, Slava Polunin da remoto, e tanti altri ancora, hanno dato vita ad un evento unico per il Sud Italia, con spettacoli, gratuiti e a pagamento, laboratori, workshop, corsi, incontri.

Ecco i numeri: 10 eventi gratuiti, 10 eventi a pagamento, 2 Incontri con l’artista, 2 Laboratori di danza terapia, 1 Proiezione di corti animati, 1 Conferenza spettacolo, 1 anteprima nazionale di film, 2 Laboratori di giocoleria, 2 Workshop di alta formazione.

Hanno partecipato: 9 compagnie di artisti stranieri (Spagna, Belgio, Inghilterra, Svizzera, Francia, USA, Messico), 6 compagnie di artisti italiani. 30 partecipanti all’incontro con l’artista tra cui anche turisti di passaggio a Taormina, affascianti dall’antica disciplina della Commedia dell’Arte. 150 presenti all’incontro con Slava Polunin uno dei più grandi nouveau clown del mondo, il pubblico ha potuto rivolgere direttamente delle domande al grande interprete dell’arte comica senza parole. A seguire è stato proiettato in anteprima nazionale il suo film, presenti in sala i registi Inglesi che il Festival ha invitato a Taormina: Steve Haisman, Clive Howard e Jimmy Chiba.

Sold-out per lo spettacolo di Dandy Danno & Diva G. Registrate una serie di standing ovation durante le serate dell’8, del 9 e del 10 dicembre, segno del gradimento del pubblico per la qualità degli spettacoli proposti. Un altro bellissimo traguardo sono state le presenze registrate di famiglie a teatro nei pomeriggi del 7, dell’8, del 10 e dell’11 dicembre.

Anche sui social il Finc Festival ha viaggiato con percentuali al di sopra delle aspettative con più di 10.000 visite in 2 mesi. 200.000 persone raggiunte tra Facebook e Instagram con 13.000 interazioni. In particolare il video di lancio ha registrato centinaia di condivisioni e circa 10.000 visualizzazioni.

Importante il coinvolgimento dei giovani delle scuole. Ssono stati almeno 1500 gli studenti coinvolti in tre diversi progetti. 1200 alunni di Bronte e Maletto scuole medie e superiori, oltre alle scuole “Castiglione”, “Benedetto Radice” e “Capizzi” di Bronte, la scuola “Galilei” di Maletto; 250 bambini della scuola dell’infanzia di Santa Teresa di Riva; coinvolti 200 alunni delle scuole di Taormina, Mazzeo, Trappitello e Gaggi nei corsi di Lettura e teatro; progetto PCTO con la scuola di Bronte “Benedetto Radice” che ha coinvolto 15 alunni in attività concrete e formative durante il festival. Sono stati coinvolte anche 15 persone (accompagnatori e ragazzi H) dell’Associazione Millepiedi di Varese, una Onlus che si occupa di impegnare e d’integrare i ragazzi H attraverso attività artistiche e scambi culturali. Questi hanno chiuso il festival lasciando un messaggio bellissimo di inclusione e autenticità.

Iscritti e partecipanti ai laboratori gratuiti di danza terapia e giocoleria: 60 bambini dai 5 ai 9 anni e 40 ragazzi dai 10 ai 14 anni. In tantissimi, dunque, hanno partecipato in maniera attiva e costruttiva. Sono stati affrontati temi importanti come il bullismo e l’inclusione presentando la “Filosofia dell’arte del fallimento” che è uno dei fattori identificativi di questo genere comico.

Il Festival, basandosi essenzialmente sul concetto di autoironia, ha infatti lanciato la “rivoluzionaria” idea di ritrovare la propria genuinità, la capacità di tornare bambini, accettando serenamente la presa in giro. Il clown non fa sorridere: i suoi guai, le sue disgrazie, i suoi infortuni, fanno ridere. Tutto ciò, però, scardina i luoghi comuni e gli schemi culturali dominanti, e, seguendo la tradizione claunesca, esalta il perdente. Un antieroe, sempre positivo e felice, che con la purezza, la fantasia, l’invenzione, alla fine, vince.

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