Dal periodo islamico alla bellezza delle dimore nobiliari, fino alle rivoluzioni urbanistiche create dai muri della città
Percorso: Porta dei Greci, Oratorio dei bianchi (esterno), Murales, Piazza Magione, Piazza Marina, Chiesa della Catena (esterno), Cala, Porta Felice.
Venerdì 28 ottobre ore 21. Costo €12 (bimbi 5/10 anni €5) (include auricolari e servizio guida). Durata circa 2 ore
Info: 320.7672134 – 347.8948459 eventi@terradamare.org terradamare.org/kalsa-tour-serale
La Kalsa è un quartiere in cui si raccolgono una serie di elementi storici e antropologici, dal periodo islamico alla bellezza delle dimore nobiliari, fino alle rivoluzioni urbanistiche create dai muri della città, un quartiere, dunque, ricco di vie affascinanti e denso di storie.
Le sue lontane origini hanno come inizio ideale nel nostro racconto da Porta dei Greci, una delle porte monumentali di Palermo, che si trova a pochi passi dal Foro Italico, un arco a tutto sesto, in cui il bugnato favorisce gli elementi plastici e chiaroscurali in uno stile vivacemente manieristico, dettaglio particolare è la feritoia da dove si abbassava la “saracinesca” posta in difesa degli eventuali nemici.
Una parte della città, con delle caratteristiche inusuali, sorta come la cittadella fortificata dell’emiro, sede della sua corte, ma, in perenne evoluzione, la trasformazione del quartiere, e, di conseguenza il tessuto sociale di alto livello e la ricchezza economica è testimoniata dalla realizzazione, alla fine del Quattrocento, dei due palazzi realizzati dall’architetto Matteo Carnalivari, dal maestro portolano Francesco Abatellis e il barone Guglielmo Aiutamicristo, dunque, una configurazione urbanistica decisamente diversa dal secolo Trecento.
Inoltre, ambiziosi progetti fortificatori, la demolizione progressiva, porzione dopo porzione, delle antiche mura medievali, condussero ad un imponente espansione urbana, in un quartiere in cui,oggi, un antico passato ed un dinamico presente convivono.
Edificio simbolico della Kalsa è l’Oratorio dei Bianchi, fondato nel ‘500, al suo interno si ritrovano i resti lignei della Porta della Vittoria, dalla quale nel 1072 i normanni entrarono in città. Quasi a creare un dialogo tra il passato ed il presente, tra i prospetti degli edifici vicini, vi sono dei murales di notevoli dimensioni.
Le raffigurazioni artistiche, in generale, sono potenti veicolo di messaggi di vario tipo, ma l’impatto più notevole è il semplice manifestarsi della bellezza, nel caso dei murales, che incontreremo nel percorso, diventano anche forza civica.
Ma, essi, ci narrano varie peculiarità della città stessa, per esempio, attraverso l’immagine della mani il concetto di accoglienza, poi vi è la reinterpretazione della celebre opera il Trionfo della morte, successivamente la sua ricchezza culturale, la mescolanza dei popoli nei meravigliosi occhi di una ragazza.
Poco più avanti, si trova Piazza Magione, il nome ha origine dall’omonima chiesa fondata nel XII secolo da Matteo d’Ajello, luogo di aggregazione dei giovani della città, tra le sue antiche mure vi si poteva incontrare anche Paolo Borsellino, il figlio del farmacista di via Vetreria, poi, divenuto giudice, tassello fondamentale per narrare una Palermo che non dimentica.
Altra tappa è Piazza Marina, essa si trova al centro di quinte architettoniche come Palazzo Galletti, Palazzo Chiaramonte- Steri, un brano di una Palermo medievale e in cui è presente, dal 1864, nel giardino Garibaldi, un magnifico esemplare di ficus, un monumento vegetale, con le sue multiformi radici aeree.
Vicino alla Cala, si staglia la chiesa di Santa Maria della Catena, la quale deve il suo nome alla catena che sbarrava l’ingresso dell’antico porto della Cala e che serviva a proteggerlo dai nemici. Edificata nel XV secolo dall’architetto Matteo Carnalivari, è considerata un elegante esempio di architettura gotica catalana.
Tra il mare e la città, nel 1581 il viceré Marcantonio Colonna pose la prima pietra per la costruzione di una Porta, a cui diede il nome della moglie donna Felice. Parteciparono alla costruzione, completata nel 1637, artisti quali Mariano Smiriglio, Pietro Novelli e Vincenzo Tedeschi. Gli scenografici piloni di Porta Felice, sono impreziositi da varie decorazioni come capitelli, festoni, mascheroni e fregi, inoltre si impongono le imperiose aquile coronate che reggono le insegne reali.I bombardamenti bellici distrussero la parte destra della porta, fedelmente ricostruita.