“Concordo con le prime analisi di giornalisti sul voto nelle carceri: i detenuti al 41 bis o
comunque legati ad organizzazioni mafiose e criminali nella stragrande maggioranza si
sono astenuti e quelli che hanno votato lo hanno fatto alla ricerca di benefici personali o
per la propria famiglia”. Così Aldo Di Giacomo, segretario generale S.PP., per il quale: “da
questa tornata elettorale emergono chiare indicazioni che il rapporto mafia-politica sta
cambiando. Anche se non mancano inchieste sul cosiddetto “voto di scambio”, soprattutto
in Sicilia dove si è votato anche per il rinnovo del Parlamento Regionale che oggettivamente
lo ha favorito, come è accaduto nel recente passato in Campania e in Puglia, ma anche in
aree del Nord dove la ndrangheta è più presente, i mafiosi – dice Di Giacomo – puntano “al
sodo”, vale a dire ad incassare soldi o favori di ogni genere in cambio dell’impegno
elettorale. È anche vero che le recenti operazioni anti-mafia hanno “decimato” clan e cosche
che perdono gradualmente il controllo del territorio e quindi dell’elettorato.
Non per questo – continua il segretario del S.PP. – non bisogna attenzionare tutto quanto
sta accadendo nel rapporto mafia-politica, senza distrarsi e senza abbassare la guardia
perché gli interessi mafiosi sono sempre rivolti alla Pubblica Amministrazione e nello
specifico ai grandi appalti. Quelli già arrivati e quelli che arriveranno soprattutto al Sud con
il PNR – che riserva al Mezzogiorno il 40% delle ingenti risorse europee – fanno gola.
Sempre tra le prime analisi giornalistiche condivido quella che è definita un’altra variabile: ci
sono clan mafiosi ed organizzazioni criminali che si sono messi alla finestra a guardare cosa
accadrà con il nuovo Parlamento e ancor più con il nuovo Governo. Le attese e le
aspettative per provvedimenti di “affievolimento” del 41 bis, di indulto, amnistia, ecc. in ogni
rinnovo di Parlamento si diffondono rapidamente tra la popolazione carceraria. Non è
escluso che dalle carceri possa partire qualche segnale di pressione.
E su questo sarà utile la prima mossa che verrà dal nuovo Governo e dal nuovo inquilino del
Ministero Grazia e Giustizia”.