Nèsciri, l’opera prima del regista Ivan D’Ignoti, si presenta all’ottava edizione del Festival Internazionale del Documentario di Milano e sbaraglia la concorrenza. La storia di Nikola, adolescente italo-serbo che da anni vive in comunità, è riuscita da prima a colpire gli addetti ai lavori che lo hanno selezionato tra i dieci documentari in concorso e poi il pubblico che lo ha premiato miglior documentario nella categoria New Talent per distacco.
Il regista Ivan D’Ignoti, salito sul palcoscenico per prendersi il suo applauso, ha speso due parole su questo riconoscimento: “Quando questo progetto è nato non avevamo nemmeno immaginato di poter partecipare ad un festival così importante. Questo premio per me significa che in un mondo sempre più freddo, ciò che scalda le persone sono ancora le emozioni. Di certo non immaginavo di “nèsciri” da qui stasera con questo premio.”
Un successo che viene dal lavoro, dalle idee e soprattutto dal coraggio di affrontare e superare i propri limiti. D’altronde la storia di Ivan racconta questo. Un ragazzo partito da un piccolo paese dalla Sicilia e arrivato fino a Mediaset. Un uomo che, dopo anni alla regia di Scherzi a Parte, ha deciso di buttarsi in un nuovo mondo: quello dei documentari. Un successo che per sua stessa ammissione è solo un punto di partenza: “Io voglio raccontare storie che possano emozionare tutti, racconto persone e condizioni con cui tutti possano empatizzare, per questo per me non esiste giudice più importante del pubblico. L’essenziale è che questo sia solo il punto d’inizio. Vorrei portare questo documentario nelle scuole, discuterlo con i ragazzi, vorrei che ispirasse i coetanei di Nikola. Credo che la nuova generazione debba essere rieducata all’empatia e di conseguenza alle emozioni e la risposta del pubblico a Nèsciri mi ha dimostrato come questo documentario possa riuscire in soli diciassette minuti a muovere qualcosa nella pancia di chi lo guarda.”.
Ricordiamo che chiunque volesse vedere Nèsciri e gli altri documentari in concorso nel Festival di Visioni dal Mondo potrà farlo sul sito di MyMovies fino a domenica 25 settembre.
Il trailer
Il primo documentario di Ivan D’Ignoti al Festival Internazionale di Milano
Il regista siciliano Ivan D’Ignoti, dopo la lunga esperienza con Scherzi a Parte e la recente direzione del programma Italiani Fantastici su Rai 2, fa un salto fuori dal piccolo schermo per dedicarsi al grande. Al Festival Visioni dal Mondo di Milano lancerà il suo primo documentario dal titolo “Nesciri”. Già nel trailer si riconosce la sua inconfondibile firma nella cura dell’immagine, quasi definibile cinematografica. Dopo aver portato questo suo linguaggio in Tv, adesso lo ha adottato anche nel suo documentario. Probabilmente è questo, oltre alla profondità emotiva della storia che racconta, che ha spinto uno dei festival cinematografici più importanti d’Italia a sceglierlo tra i dieci candidati nella sezione New Talent. Il documentario è stato scritto a quattro mani con l’autore Nicola Soldani e curato, nel suono e nelle musiche, da Placido Salamone. La proiezione si terrà venerdì 16 settembre, alle ore 15.45, al Teatro Litta di Milano. Abbiamo fatto alcune domande al regista Ivan D’Ignoti per scoprire di più su questo suo nuovo progetto.
Di cosa tratta il documentario?
Il documentario racconta la storia di Nikola, un ragazzo italo-serbo con un passato turbolento, che vive già da quattro anni in comunità. Suo padre è morto per overdose quando lui aveva solo due anni. La madre ha deciso di allontanarlo da casa a causa del vortice di droga e spaccio in cui era caduto. In comunità Nikola non si sente libero e l’unica vera via di uscita sembra essere la sua passione per la musica. Da quando ha cominciato a scrivere brani, riesce finalmente ad esprimersi, ad uscire.
Da dove nasce quest’esigenza di avvicinarsi al linguaggio documentaristico?
Da diversi anni ormai ho imparato ad ascoltare. Ascolto tutti, anche quelle persone che nessuno considera. Ho imparato che tutti hanno una storia da raccontare e che spesso le storie più emozionanti sono quelle più “normali”. L’occasione perfetta è arrivata proprio quando ho conosciuto Nikola. Anche se quella prima volta non sono riuscito a cavare una parola dalla sua bocca, non mi sono arreso. Con pazienza, in punta di piedi, sono riuscito ad entrare nella sua vita e a guadagnarmi la sua fiducia. C’è voluta una settimana, vissuta ventiquattro ore al giorno dentro la comunità, ma il risultato ha ripagato gli sforzi. È stato un percorso quasi terapeutico, sia per lui che per me. Per la prima volta gli operatori hanno sentito usare a Nikola la parola “lavorare”, spero che si porterà dietro per molto tempo quello che ha imparato. Io lo farò certamente.
Cosa significa per te la chiamata del Festival Visioni dal Mondo?
Ho sempre sognato i grandi festival cinematografici e quando è arrivata la chiamata del Festival Internazionale del Documentario è stata un’emozione incredibile. Sono solo dieci i documentari candidati in Italia nella sezione New Talent, il mio è tra quelli. È già un grandissimo risultato. Oltretutto essendo a Milano sento di giocare in casa, è stata la città che mi ha adottato. Mi ha dato tante belle opportunità e questa è l’ennesima e la più importante. Voglio ringraziare di cuore l’associazione “Il Favo” per il grande supporto che ci ha dato attraverso il progetto “No neet”.
Quale messaggio vuoi trasmettere attraverso Nesciri?
Nesciri si rivolge in modo particolare alla nuova generazione, quella di cui Nikola fa parte. Vorrei che la sua storia potesse essere d’ispirazione, vorrei che chi la guarda riuscisse ad empatizzare con i ragazzi della comunità. Se il documentario riuscirà in questo intento sono convinto che molti capiranno quanto i sogni siano più forti di qualunque trauma. Non abbiamo controllo su gran parte di ciò che ci succede nella vita. Ma su come noi reagiamo, su quello si.