Le campagne di scavi e ricerca attivate nell’ambito dei siti del Parco archeologico di Morgantina e della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina grazie all’impulso dell’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, hanno esiti interessanti.
Negli scorsi giorni si è conclusa a Calascibetta (EN) la seconda campagna di ricognizione e documentazione fotogrammetrica della necropoli di Realmese e di Cozzo San Giuseppe nell’ambito delle attività di ricerca del progetto “La civiltà tra i due fiumi. Forme di vita e religiosità tra le valli del Morello e dell’Imera meridionale, dalle facies preistoriche alle bizantine memorie”, condotte dal Pontificio Istituto Orientale, sotto la direzione scientifica del Prof. Elie Essa Kas Hanna.
“Le ricerche, cui hanno partecipato il dott. Rosario Patanè del Parco archeologico e la dott.ssa Antonina Arena, – evidenzia il direttore del Parco archeologico, Liborio Calascibetta – si sono concentrate nell’area dove, nel corso di precedenti indagini, erano stati stati individuati i resti di un insediamento di altura. Le attività di ricerca condotte quest’anno, secondo il prof. Hanna, hanno consentito di identificare un considerevole strato di crollo che sigilla strutture e strati archeologici di diverse fasi d’uso che, secondo i dati materiali di superficie, potrebbero essere iscritti preliminarmente tra l’VIII e il X secolo d.C. Queste fasi andranno delineate attraverso scavi estensivi che l’Università ha in programma per il prossimo anno”.
Alle ricognizioni superficiali si è aggiunta una più chiara documentazione sulla viabilità. Quest’aspetto è stato approfondito dalla dott.ssa Arena secondo cui “all’interno del sito insistono – già dal primo balzo sopra la necropoli – acciottolati e alcune carraie, di cui una estesa una decina di metri in direzione est-ovest, che testimoniano insieme alla nota Regia Trazzera Calascibetta-Gangi presente a sud della valletta, un’articolata viabilità che collegherebbe il sito d’altura ai più importanti assi viari della Sicilia antica”.
Dagli studi condotti emergerebbe l’ininterrotta frequentazione del sito confermata dalla presenza di strutture di epoca moderna che riutilizzano, in parte, alcune grotte sotto il pianoro di Cozzo San Giuseppe. Strutture che suggeriscono la necessità di un maggiore approfondimento delle trasformazioni del paesaggio del territorio comunale di Calascibetta.
Altro ambito di ricerca il territorio di Troina (EN) dove è in corso la V campagna di scavo condotta dall’Università di Messina, diretta dalla Prof. Caterina Ingoglia. Gli scavi, in convenzione con il Parco archeologico di Morgantina e della Villa del Casale e il sostegno finanziario-logistico del Comune di Troina, ha valenza scientifico-didattica: vi partecipano, infatti, diversi studenti tirocinanti provenienti anche dalle Università di Bologna, Padova, Catania, Trieste. Un lavoro di ricerca che, a partire dalla prima campagna di scavo, è stato condiviso in maniera sempre crescente, con la comunità locale.
Una campagna che si caratterizza per l’incidenza di iniziative divulgative aperte al pubblico. In particolare, obiettivo delle iniziative programmate per il 2022 è quello di chiarire le relazioni cronologiche e funzionali tra le strutture emerse negli anni precedenti, in modo da comprendere in maniera definitiva le fasi di occupazione e la destinazione delle diverse strutture murarie emerse nell’area della Catena. Qui si estendeva, infatti, l’abitato dell’antica città ellenistico-romana di Troina a cui si spera, nel prossimo futuro, di poter dare un nome. Le notizie riportate nelle fonti scritte ci informano che, nel periodo compreso tra l’alto ed il post medioevo, la zona ospitò diversi luoghi di culto. Uno di questi, una chiesa probabilmente bizantina, è stata rintracciata durante le campagne di scavo degli anni precedenti, mentre un cimitero, forse di poco più recente, occupò l’area fino al XVI sec. d. C.