Nell’ambito della manifestazione “Le Notti di BCsicilia” si terrà giovedì 1 settembre 2022 alle ore 21,00 a Termini Imerese “Archeologia in digitale: presentazione del Ponte Figurella in 3D”. L’appuntamento sarà alla trattoria A’ Cuccagna in via Enrico Iannelli (Ingresso Villa Palmeri). L’iniziativa è organizzato dalla Sede di Termini Imerese di BCsicilia. La presentazione della famosa architettura di Età romana sarà affidata a Miriam Millonzi, Presidente BCsicilia Sede di Termini Imerese, Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale BCsicilia, Cosimo Serio, Architetto, e Gaetano Lino, Ingegnere e Responsabile Gruppo Subacqueo BCsicilia.
L’acquedotto Cornelio è un’opera che per quantità di ruderi ancora presenti e per lo stato di conservazione nonché per l’imponenza degli stessi rappresenta uno dei più importanti dell’Italia meridionale. L’approvvigionamento idrico della città romana dovette con molta probabilità avvenire dalla vicina sorgente di Favara. Un percorso più breve che doveva pur attraversare il torrente Barratina. Il rudere di un canale a cielo aperto si trova ad un centinaio di metri più a monte dell’attuale ponte di Figurella. Si ipotizza alla fine del I sec. d.C. la costruzione di questo primo tratto.
Ma le necessità idrica di una città sempre più in crescita spinsero alla costruzione di un nuovo acquedotto per appresare l’acqua della sorgente di Brucato a 7 km dalla città.
L’acquedotto Cornelio si dipartiva da detta sorgente e attraversava il territorio con canali a cielo aperto, condotti in sotterraneo e ponti per l’attraversamento delle vallate di Tre Pietre e di Barratina. Particolare del “Cornelio” è stato la tecnica dei sifoni per l’attraversamento dei torrenti. Ciò comportava la realizzazione di ponti ad una sola arcata a sostegno della condotta in pressione.
Dovette essere il mancato funzionamento di tale sistema a suggerire la risalita della valle e riprendere il primo tracciato costruendo il ponte a doppia arcata di Figurella.
Considerato il tipo di costruzione il ponte di Figurella è da porre intorno alla metà del II sec. d.C. E’ l’opera più tarda riscontrata nel sistema di approvvigionamento idrico in età romana della città.
Il ponte in origine era lungo mt. 101 e raggiunge un’altezza sul letto del torrente di mt. 16. I due ordini poggiano su una fondazione continua necessaria per un terreno non molto stabile. Ad oggi si conservano due tronconi di diversa lunghezza (mt 39,00-56,00),
L’ampiezza delle arcate non è uniforme, ma aumenta progressivamente verso il centro. I piloni sono massicci e l’ordine superiore è rientrante allo scopo di guadagnare una maggiore resistenza alle spinte longitudinali.
Il canale romano si conserva in parte. Su di essi riempito di detriti fu elevata una struttura cementizia dentro cui sono alloggiati due condutture fittili sovrapposte. In ultimo fu aggiunta una canaletta a cielo aperto.
Il ponte si conservò in buone condizioni per molti secoli. Nel 1822, come si evince da una incisione di Gandolfo Ferrara, sembra in ottimo stato. Si notano tuttavia i primi interventi di restauro.
Dopo il 1860 entra in funzione il moderno acquedotto con tubi in ghisa da Brucato a Termini.
Abbandonato e non più manutenzionato crollano alcuni piloni centrali: solamente nel 1937 vengono effettuati dei lavori di restauro che si concludono con la realizzazione delle parti mancanti delle arcate con mattoni nel 1943. Nel 1952 un altro intervento di restauro viene effettuato sotto la direzione del soprintendente di Palermo e Trapani Vincenzo Tusa.
Nel 1986 dopo oltre 10 anni di indagini viene pubblicato il libro “L’acquedotto Cornelio di Termini Imerese”, opera del prof. Oscar Belvedere dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Palermo che rappresenta la più esaustiva ricognizione di uno degli acquedotti meglio conservati dell’Italia Meridionale.