L’Assessorato regionale della Salute della Sicilia si accinge ad adottare il nuovo modello organizzativo assistenziale per i pazienti Covid. Il documento, frutto del lavoro di un tavolo tecnico istituito presso la Regione, parte dalla premessa che nonostante l’incremento dei contagi registrato nel mese di giugno il sistema sanitario regionale ha tenuto botta, “mantenendo in buona parte l’erogazione delle prestazioni sanitarie ordinarie”.
“Su questa affermazione abbiamo qualche riserva” – afferma il Segretario Regionale CIMO Giuseppe Bonsignore – “perché è sotto gli occhi di tutti come l’assistenza sanitaria, sia di emergenza che ordinaria, risenta ancora in larga misura del blocco di alcune attività se non addirittura di intere strutture ospedaliere come è il caso dell’ospedale Cervello a Palermo”.
Altra premessa importante contenuta nel documento esitato dal tavolo tecnico regionale è che “si rende necessaria un’organizzazione sanitaria basata su un modello di convivenza con il virus, dettato dalla naturale evoluzione pandemica di assestamento verso la endemizzazione con conseguente allocazione appropriata del paziente in regime di ricovero”.
“È importante – prosegue Bonsignore – “che si decida alla fine, anche in Sicilia, di prendere atto della progressiva endemizzazione del Covid e soprattutto del fatto che a livello nazionale l’emergenza sanitaria è stata dichiarata conclusa dal 1° aprile di quest’anno, tanto che lo stesso Commissario all’emergenza Covid Gen. Figliuolo è tornato a casa, mentre noi manteniamo le strutture commissariali. Riteniamo che anche la nostra Regione debba finalmente recepire la conclusione dello stato di emergenza pur sapendo di dover fare tutto quello che è necessario per fronteggiare le infezioni dal punto di vista sanitario, che non è esattamente ciò è stato fatto finora”.
“Fermo restando il mantenimento di alcuni Reparti ad hoc per la gestione dei pazienti Covid sintomatici con patologia respiratoria più o meno grave, sembra che anche in Sicilia, pur se con grande ritardo rispetto ad altre Regioni, ci si appresti a concepire un sistema che si occupi, in modo diverso rispetto ad oggi, della stragrande maggioranza dei pazienti asintomatici o paucisintomatici, un sistema in grado di gestire al meglio coloro che sono stati infettati dal virus ma che si recano in ospedale per ben altri problemi di salute, senza però lasciare fuori tutti gli altri pazienti non Covid. Bisogna adottare il modello organizzativo seguito nel resto d’Italia che è quello di una gestione mista dei Reparti di degenza con appositi ambienti dedicati alla presa in carico dei pazienti positivi ma con altra patologia”.
“Le nuove linee guida del tavolo tecnico regionale, pur se dettagliate” – conclude il Segretario Regionale CIMO – “risentono negativamente della presenza di un inciso (Resta nella competenza dei Commissari delle Aree Metropolitane, in accordo con i Direttori Generali delle rispettive province di appartenenza, individuare eventuali presidi ospedalieri con prevalenza di Posti letto Covid) che rischia di vanificare in larga misura il senso del lavoro svolto dagli esperti regionali. Un inciso che sembra scritto apposta per, gattopardianamente, cambiare tutto per non cambiare nulla”.