Al termine del primo Meeting del Mediterraneo è stato sottoscritto un documento che istituisce un osservatorio socio-politico intitolato a Giorgio La Pira.
Parte da Favara la proposta dei francescani di Sicilia alla politica e al mondo delle associazioni per un lavoro congiunto per un’isola più coesa, giusta e libera.
Il documento dal titolo “Manifesto per la migliore politica, dalla fratellanza alla cura delle creature”, è stato sottoscritto al termine del primo Meeting Francescano del Mediterraneo che si è svolto a Favara, in provincia di Agrigento. Una tre giorni ricchissima, che ha messo insieme relatori di primo piano in vari settori per affrontare le crisi, e le sfide, della Sicilia e del Paese tutto.
Un evento da cui, per “gemmazione” nascerà un osservatorio socio-politico, ispirato alla figura e all’opera di Giorgio La Pira (francescano secolare), che accompagni l’impegno dei laici francescani siciliani, nella lettura dei segni dei tempi, nell’attuazione della dottrina sociale della Chiesa, nell’elaborazione di progetti concreti di azione e formazione nelle nostre comunità locali e nella fraternità regionale.
Diversi i punti elaborati: consolidare l’esperienza del piantare un albero per ogni nuovo nato, istituendo una rete ufficiale delle istituzioni che vi hanno aderito; riunire almeno una volta l’anno i componenti della rete per individuare insieme nuovi obiettivi, all’insegna della cura del creato e di una “pedagogia della connessione”, che sia fatta di segni tangibili di solidarietà, accoglienza, comunità e svolgere un lavoro comune, tra istituzioni e fraternità francescane locali, per la sensibilizzazione ai temi della salvaguardia del creato, del risparmio energetico, della riduzione e del riciclo dei rifiuti.
“Da questi tre giorni lunghissima – dice Carmelo Vitello, ministro regionale dell’Ordine francescano secolare – emerge il desiderio di una terra che sappia ancora sognare, che sappia mettere insieme le energie migliori, che contrasta la cultura dello scarto, che sa osare e sperare nella fraternità, che vuole vivere la dimensione del sentirsi connessi, che osa pensare ad un Mediterraneo che torni culla di bellezza e possa lasciare dietro di sé le contraddizioni. Probabilmente non abbiamo dato risposte, ma abbiamo tracciato un percorso: per noi Famiglia francescana, per questa società e per questo mediterraneo”.
“La speranza per un futuro diverso alla Sicilia non può venire solo dalla Sicilia, ma certamente non nasce d’incanto e quindi serve che tutti noi fornisca il proprio contributo – commenta invece il presidente della Conferenza episcopale siciliana, Antonio Raspanti -. Qui c’è un fermento, certamente, e questo evento non fa altro che confermare una certa vivacità che va però alimentata perché è dalla costanza che vengono i risultati. Continuiamo tutti a lavorare, non facciamoci bloccare dall’indifferenza”.
Nelle prossime settimane il documento sarà divulgato a tutti i sindaci, le istituzioni e le realtà associative perché possano condividerlo e farne parte.