giovedì, Novembre 21, 2024
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I primi trent’anni di Fondazione Sicilia, si parte da Isgrò

Tante le in iniziative in corso e quelle a venire per il trentennale che segna anche il ritorno alla socialità e alla fruizione dell’arte. A cominciare dalle opere dell’artista siciliano

Un trentennale, quello compiuto da Fondazione Sicilia che si conclude in un 2022 che, di fatto, dopo tante false ripartenze ha segnato un ritorno alla socialità, alla fruizione dell’arte partendo proprio dall’inaugurazione di un’opera del maestro Emilio Isgrò.

Il rapporto tra l’artista concettuale e la Fondazione Sicilia si concretizza nel 2021 con la mostra Isgrò Dante e la Sicilia, inaugurata a Palermo, nelle sale di Villa Zito, lo scorso 11 dicembre. L’esposizione curata da Marco Bazzini e da Bruno Corà, prorogata fino al 2 maggio 2022, ha celebrato il trentesimo anno dalla nascita della Fondazione e la recente acquisizione alla sua collezione dell’opera Seme d’arancia su pietra siciliana, esposta a Palazzo Branciforte. Acquisizione che agli occhi del maestro contribuirà a legare ancora di più l’idea del Seme d’arancia all’Isola, amplificandone così il valore simbolico e dando origine a un seminario permanente di educazione civica.

Promossa da Fondazione Sicilia e Amici dei Musei Siciliani, in collaborazione con Archivio Emilio Isgrò e con la partecipazione di Fondazione per l’Arte e la Cultura Lauro Chiazzese, l’esposizione Isgrò Dante e la Sicilia rientra in un importante progetto culturale della durata di quasi un anno. Nelle sale della pinacoteca della Fondazione sono state allestite una ventina di opere a tema dantesco provenienti da collezioni pubbliche e private: un percorso che partiva dai lavori del 1966 sino a quelli più recenti, per raccontare il multiforme e profondo rapporto che l’artista siciliano ha avuto con la cancellatura, sua personale cifra stilistica.

Ha fatto parte del progetto annuale finanziato dalla Fondazione Sicilia anche la presentazione dell’opera di Isgrò Caravaggio cancellato, svelata all’oratorio San Lorenzo la notte del 24 dicembre durante la XII edizione della rassegna Next ideata da Bernardo Tortorici di Raffadali, Presidente dell’Associazione Amici dei Musei Siciliani. La rassegna è nata per esorcizzare attraverso l’arte uno degli eventi più drammatici della storia del patrimonio culturale, il furto del capolavoro di Caravaggio, trafugato proprio dall’oratorio di San Lorenzo a Palermo nel 1969. Una ferita ancora aperta che attende con speranza un possibile risanamento.

Le riproduzioni delle opere in mostra a Villa Zito, una testimonianza dell’artista e i testi dei curatori e di importanti studiosi a commento dei diversi aspetti dell’arte del “cancellatore di professione”, sono raccolte nel catalogo Isgrò Dante Caravaggio e la Sicilia, pubblicato da Skira Editore e realizzato grazie al sostegno di Fondazione Sicilia.

L’opera Seme d’arancia su pietra siciliana, inaugurato lo scorso 9 aprile, in esposizione permanente nell’atrio di Palazzo Branciforte, è stata fortemente voluta dal presidente della Fondazione, Raffaele Bonsignore.

Il primo Seme d’arancia, tra le sculture più note di Isgrò, nasce nel 1998 come grande scultura pubblica per la sua città natale, Barcellona Pozzo di Gotto, in Sicilia. Da quel momento in poi, i Semi che sono seguiti – realizzati in dimensioni e materiali diversi – rappresentano il segno di un’arte che unisce: un seme di dialogo e rinascita, una grande metafora della cultura siciliana, che rimanda alle culture del Mediterraneo sviluppatesi tanto con la parola che con gli scambi, dando vita a valori di convivenza civile e di accoglienza.

La Fondazione Sicilia è inoltre tra i protagonisti della XII edizione di Taobuk – Taormina International Book Festival (16-20 giugno), per aver finanziato l’installazione Le farfalle dei Malavoglia, cancellatura concepita da Emilio Isgrò per celebrare il centenario della morte di Giovanni Verga. L’opera sarà inaugurata alla presenza del presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella.

Sempre con il supporto della Fondazione Sicilia e in collaborazione con il curatore Marco Bazzini, Taobuk presenterà Fuori cornice, un format del tutto inedito che comprende mostre, incontri e iniziative multidisciplinari.

“Grazie al rapporto umano e creativo, nel senso alto del termine, che ho instaurato con il presidente Raffaele Bonsignore, siamo riusciti a fare qualcosa che non sarebbe stato facile realizzare, dalla mostra Isgrò Dante e la Sicilia sinoall’installazione Le farfalle dei Malavoglia, appositamente creata per il festival Taobuk. La collaborazione con la Fondazione Sicilia sottolinea che quando la cultura si muove in Sicilia segnala il bisogno di innovazione che c’è nel nostro Paese. Ci lamentiamo della politica, soprattutto in tempo di crisi, perché è sempre più spesso incapace di dare dei segnali importanti. Cosa che invece sa fare la cultura, punta di diamante in molte occasioni più della filosofia e dell’economia”, commenta Emilio Isgrò. E aggiunge: “Immaginare un’opera per il centenario verghiano da inaugurare alla presenza del nostro presidente Sergio Mattarella, è stato complicato e delicato: doveva essere un’opera degna di lui. La sua presenza all’inaugurazione di Taormina mi onora e mi permette di pensare a una Sicilia europea e mediterranea, che vede nell’arte la sua arma migliore”.

La ripartenza attraverso immagini e linguaggi artistici

La ripartenza, e i primi trent’anni di Fondazione Sicilia, hanno tracciato un percorso fatto di più ambiti e campi di indagine.
A partire dall’intensa mostra fotografica Universi Silenziosi, di Arianna Di Romano, curata da Gabriele Accornero, al Monte dei pegni di Santa Rosalia di Palazzo Branciforte. Una riflessione sul silenzio e l’eloquenza dello sguardo tra Sardegna e Sicilia, omaggio alle due isole, radice e approdo della fotografa, passando per le vie di tutto il mondo, tra reportage e narrazione storica.
Un grande ritorno è stato poi quello di Andrea Cusumano, artista poliedrico, con la retrospettiva Retablo di cura di Agata Polizzi, a Villa Zito, in occasione della Settimana delle culture. Un vero e proprio viaggio emozionale che ha rivelato gli oltre vent’anni di cammino di un drammaturgo, attore, artista che non ha rinunciato ad alcuno stimolo, tratto, disegno, supporto per definire un percorso tematico permeabile, a cui si è donato con generosità.

Il ritorno dei giovani

Fondazione Sicilia e i giovani: un binomio felice e consolidato, messo in pausa forzata dalla pandemia. Il trentennale ha segnato anche questo ritorno, finalmente in presenza, con il progetto Conoscere la Borsa, promosso in Italia da Acri (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio) e sostenuto da 12 delle sue associate.

Quest’anno, questo importante progetto che spiega agli studenti di tutta Europa i meccanismi della Borsa attraverso un vero e proprio gioco di squadra ha avuto luogo proprio a Palazzo Branciforte, con la partecipazione di studenti delle scuole secondarie di Italia, Germania, Francia e Svezia.
Il 2022 è anche l’anno che segna il ritorno in presenza delle scuole come parte attiva del Premio Mondello, in quanto coinvolte direttamente nell’assegnazione del Mondello Giovani. Un percorso, quello della lettura condivisa e partecipata, su cui la Fondazione insiste da sempre, antidoto e contrasto alla povertà educativa.

In sostegno dei profughi ucrainiL’accoglienza dei profughi in seguito al conflitto in Ucraina ha mobilitato Fondazione Sicilia, che ha accolto la richiesta di un contributo fino alla fine del conflitto da destinare all’istituto Ancelle del Sacro Cuore di  Palermo per l’ospitalità di 22 persone accolte attraverso la Caritas.

“La collaborazione con il maestro Emilio Isgrò, fonte inesauribile di vitalità artistica, le iniziative portate avanti e i progetti per i prossimi mesi, tra cui una mostra dedicata a Pietro Consagra e curata Sergio Troisi, e una su Antonio Ugo, a cura di Gioacchino Barbera, segnano fortemente questo trentennale di ripresa – commenta il presidente di Fondazione Sicilia, Raffaele Bonsignore – ma, più che bilanci, è nel nostro spirito fare progetti che siano sempre più inclusivi, attenti ai più fragili, in direzione di una cultura aperta e partecipata”.

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